Malpensa due anni dopo

Giuseppe Bonomi, numero uno di Sea, alla “Mobility conference”. "La sfida principale è ritornare ad avere un ruolo di hub"

giuseppe bonomi mobility conference Che succede a Malpensa dopo due anni dal “de-hubbing” di Alitalia? Giuseppe Bonomi, presidente di Sea aeroporti di Milano ha parlato di questo alla Mobility Conference 2010 , a Milano. E lo ha fatto di fronte ad una platea di operatori del trasporto aereo ai quali ha esposto le strategie intraprese appena dopo la dipartita di Alitalia, e che riguarderanno lo sviluppo dei prossimi anni.
Prima, però, una valutazione sulla accessibilità di Malpensa: “La competizione a livello internazionale avviene tra sistemi territoriali, le infrastrutture fanno parte di questa competizione”. “Dotare un’infrastruttura che consenta di raggiungere cose e persone in tutto il mondo è fondamentale. Accenno al grande sforzo dell’investimento privato, su Malpensa. Negli ultimi 5 anni Sea ha realizzato 530 milioni di investimenti strutturali in autonomia, staccando dividenti per 350 milioni di euro. Non sono state sottratte risorse pubbliche, ma ne sono state distribuite sul territorio di importanti.”
Dunque Malpensa due anni dopo. “Oggi non parliamo più del de hubbing di Alitalia. Parliamo delle strategie, che sono composte da due fasi – ha spiegato Bonomi . Primo: contenere le perdite. Secondo, abbiamo lavorato e lavoriamo sulle ‘opzioni di sviluppo’. La principale era ed è il ritorno di Malpensa al ruolo di aeroporto hub. Nel 2009, nel comparto del trasporto aereo abbiamo subìto l’impatto devastante della crisi economica generale, non solo la vicenda di Alitalia. Nel 2009 si è verificato un calo del traffico passeggeri e una relativa contrazione di mercato dell’8%, e del 20 nel settore cargo. In un contesto così difficile, abbiamo avuto risultati in controtendenza: non ci siamo limitati ad un approccio commerciale differente rispetto al passato (11 nuove destinazioni servite, nuovi vettori sul traffico passeggeri e 10 nuovi vettori cargo). Siamo arrivati ad una riduzione del costo del lavoro del 15 per cento, sono stati ridotti gli straordinari del 57 per cento e ridotto l’assenteismo per malattia del 10 per cento”.
Tra le novità introdotte per migliorare i servizi Bonomi ha ricordato l’Rfid sui bagagli nel T2 di Malpensa.
Il Piano per infrastrutture sulla Sea è di 1,5 miliardi di euro – ha continuato Bonomi -. Oggi abbiamo un modello di business più equilibrato rispetto al passato. Su Linate vi è una presenza ancora dominante di Alitalia, sul T2 di Malpensa, invece, abbiamo una radicale trasformazione del terminal, vale a dire un low-cost terminal, se sul T1 incominciato un percorso che nelle nostre intenzioni è destinato a portare a Malpensa al ruolo hub”.
“Poi Lufthansa Italia – ha detto il numero uno di Sea – che ha raggiunto ottimi risultati e in cantiere un piano di investimenti prudenti, in un momento di contrazione del mercato europeo. L’impatto della crisi c’è stata dal punto di vista non solo quantitativo ma soprattutto dal punto di vista qulitativo: i vettori low cost sono un fenomeno inarrestabile, 31 % in italia, in Germania al 40% del mercato”.
Gli obiettivi a breve?
Virtual hub – conclude Bonomi nel suo intervento – vale a dire integrazione di vettori con modelli diversi. Secondo – citato nel piano industriale 2008 – dar vita ad un vero e proprio sistema aeroportuale, basato quindi sulla specificità dei diversi aeroporti, con l’adozione di una piattaforma industriale unica, guardiamo per esempio a lungo termine cosa accadrà sull’asse Brescia-Verona”

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Pubblicato il 08 Febbraio 2010
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