Processo Lolita, nel pc le prove che la Motta lavorava
Nuova udienza a Busto. La difesa dell'ex-presidente dell'ordine degli architetti cerca di smontare la tesi dell'accusa secondo la quale Federica Motta firmava solo i progetti senza lavorare realmente
Nuova udienza per il processo Lolita che vede imputati l’ex-capo dell’ufficio urbanistica del comune di Gallarate, la sua compagna e architetto Federica Motta e l’ex-presidente dell’ordine degli architetti Riccardo Papa. I tre sono accusati di concussione nell’ambito di alcuni progetti edilizi velocizzati in cambio di somme di danaro pagate tramite la partecipazione ai progetti da parte della Motta che ne avrebbe firmati alcuni, secondo l’accusa, senza parteciparvi davvero ma solo per incassare i soldi della prsunta concussione a favore di Gigi Bossi.
Davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Toni Novik sono sfilati oggi altri testi: i dipendenti dello studio di architettura di Riccardo Papa e il capo dell’ufficio tecnico del comune di Gallarate Michelangelo Altieri. Durante l’audizione dei dipendenti di Riccardo Papa il pubblico ministero Roberto Pirro ha tentato di dimostrare che la Motta appariva solo come firmataria dei progetti ma le difese, in particolare quella di Riccardo Papa condotta dal fratello Federico, hanno portato all’attenzione dei giudici il tabulato delle mail sequestrate con il computer di Papa dall’oggetto delle quali hanno tentato di dimostrare che tra Motta e Papa esistesse una corrispondenza elettronica con scambio di file riguardanti rilievi e progettazioni di almeno una delle tante pratiche co-fiemate, in particolare quella relativa ad alcune villette a Crenna.
Il Pm Pirro ha cercato di sottolineare come molti dei testi non avessero rapporti con Federica Motta o con qualcuno del suo studio e che questo potrebbe essere considerato anomalo cista la mole di pratiche in cui risultano cofirmatari. Per ultima è stata ascoltata la testimonianza di Michelangelo Altieri che ha confermato solamente le voci che correvano su Bossi e sul predominio di pratiche firmate dai due professionisti in cui era occupato l’ufficio urbanistica e il suo ufficio. Solo voci, dice Altieri che è stato incalzato a più riprese da tutte le parti in causa, nulla di concreto su nomi, fatti, frasi dette e da chi. Il 22 aprile si torna in aula con i testi della pratica Expert, una di quelle finite sotto la lente di ingrandimento della procura.
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