La Cna è pronta per l’unità delle associazioni
Il presidente Franco Orsi interviene sul «patto del Capranica» e dice: «pensiamo siano maturi i tempi per abbattere gli incomprensibili steccati che continuano a dividere le associazioni di categoria»
«L’auspicio di tutti è che arrivi veramente la ripresa e che dalla crisi escano una società ed un’economia migliori : non sarà facile, ma è bene che nel frattempo anche le associazioni di rappresentanza si pongano il problema di come questa fase difficile le stia cambiando radicalmente e di cosa sia bene ed opportuno fare per mantenere utile ed elevata la loro capacità di rappresentanza».
Il cambiamento a cui fa riferimento Franco Orsi (foto), presidente di Cna Varese, è quello innescato dal «patto del Capranica» (dal nome del teatro dove è stato ipotizzato per la prima volta il percorso di unificazione tra le varie associazoni di categoria) per arrivare ad una associazione di coordinamento tra le cinque sigle di rappresentanza di artigiani e commercianti: Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti.
«È una questione che sembra essere finalmente diventata una priorità – continua Orsi – ed è bene che si inizi ad affrontarla subito, non solo nelle conferenze stampa o nei comunicati, ma promuovendo e lavorando in tavoli di confronto dedicati. Per quanto ci riguarda, non abbiamo mai creduto di poter cambiare il mondo da soli e la crisi ha confermato la debolezza intrinseca derivante dalla presenza di più associazioni di rappresentanza delle stesse categorie. Nel limite del possibile e con la piena consapevolezza che un processo unitario non è questione che si possa improvvisare, partecipiamo con grande piacere a questo nuovo tentativo di unire le rappresentanze della piccola impresa, ritraendone la conferma della correttezza di una linea sindacale tenuta da sempre in provincia di Varese, improntata alla ricerca coerente della massima unitarietà di elaborazione e d’azione con le altre organizzazioni di rappresentanza della categoria : nella nomina degli organismi dirigenti della Camera di Commercio, nei rapporti con le istituzioni e con le diverse e mutevoli espressioni del potere politico, nel confronto con il sindacato dei lavoratori si è sempre cercato di ragionare e di operare avendo quale punto di riferimento primario l’interesse di tutte le imprese del comparto, a volte anche anteponendolo agli interessi di bottega ed alle convenienze dell’associazione. Una parte non semplice, questa assunzione responsabile della consapevolezza del maggior peso specifico di una voce unitaria in Provincia, molto spesso vissuta sul filo di un equilibrio sottile, ma tenuta insieme con una chiarezza e una coerenza che sono riuscite ad evitare il pericolo di ogni forma di appiattimento».
Il presidente di Cna Varese è consapevole che trovare l’unità non è un percorso facile e i risultati raggiunti fino ad oggi «sono inferiori agli sforzi compiuti, ma la convinzione profonda è che non se ne possa prescindere e che il mondo che rappresentiamo, nella sua fragilità e nelle sue incerte prospettive, sarà destinato a perdere ulteriormente peso e credibilità di fronte al permanere di troppe voci che si arrogano il diritto di interpretarne i problemi e le esigenze. Tutti gli artigiani oggi ce lo chiedono, ci chiedono di avere più voce ai tavoli che contano, ci chiedono di portare le loro istanze di fronte a coloro che hanno il potere di ascoltarle, vagliarle e decidere in merito. Pensiamo siano maturi i tempi per abbattere gli incomprensibili steccati che continuano a dividere le associazioni di categoria per poter insieme rendere un servizio migliore a tutti quegli imprenditori che ci hanno scelto come partner per il loro presente e soprattutto per il loro futuro lavorativo».
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