Secolo in lacrime, Abbondanza non è sazio

Grande festa per giocatrici e staff dopo la conquista della Coppa Italia. Nicora: "Una vittoria dedicata al pubblico". Radice: "Sì, puntiamo allo scudetto"

Paura, sudore e lacrime: anche su giocatrici con un bagaglio decennale di esperienza e di vittorie ad alto livello il clima della "prima volta" continua a fare effetto. Nel dopopartita di Rimini sono in tante a non trattenere le emozioni tra le ragazze della Mc-Carnaghi. Prima fra tutte Manuela Secolo che piange davanti ai microfoni: "Sono contentissima, ce lo meritiamo tutti, dal primo all’ultimo. Sapevamo che avremmo sofferto perché Bergamo è una tra le squadre più forti in Italia e in Europa, e inoltre loro hanno alle spalle tante finali mentre per noi questo era il primo grande appuntamento. Siamo state bravissime a non perdere la lucidità, poi il quinto set l’abbiamo portato a casa con carattere e grinta". Francesca Nicora, capitano della squadra, è stata la prima ad alzare la Coppa: "Dedico questa vittoria a tutto lo splendido pubblico che ci ha seguito. È stata veramente una coppa voluta, cercata, ancora più bella di quella per la promozione in A1: abbiamo completato la scalata, questo ci ripaga di tanti sacrifici". Raggiante Nicoletta Luciani, appena strappata all’abbraccio degli oltre 600 tifosi venuti da Villa Cortese: "Avevo fatto quattro finali di Coppa in A2 senza vincerla nemmeno una volta, dovevo rifarmi in A1! Noi che giochiamo poco contribuiamo comunque a tenere alto il livello dell’allenamento e questa è stata l’arma vincente: le ragazze sono allenate per avere l’attenzione giusta nel momento giusto. Io personalmente non ho mai avuto paura: credevo nell’ordine tattico che ci ha dato Marcello, nella nostra cattiveria agonistica e nel gruppo che si è formato". Migliore in campo e protagonista assoluta Tai Aguero: "Sono molto felice perché per tutto il giorno mi stavo concentrando per fare una bella partita. Sentivo molta tensione dato che ieri non mi ero piaciuta e ci tenevo a migliorarmi. Nel quinto set ero io a chiedere la palla anche se le avversarie mi marcavano: sapevo che grinta ed esperienza sarebbero state decisive".
Marcello Abbondanza ha temuto la terza sconfitta al tie break in Coppa contro Bergamo, ma alla fine si è tolto di dosso l’etichetta di finalista perdente: "Qua sono riuscito a vincere perché ho avuto la possibilità di lavorare come volevo in un contesto che sa vincere. Abbiamo lavorato bene, se lavori male non vinci. La partita? All’inizio del tie break ci siamo detti: ripartiamo da quello che siamo, una squadra forte che è arrivata qui con la consapevolezza di esserlo e lo ha dimostrato in tutto l’anno, non sono due set giocati sottotono che devono condizionarci. E da lì abbiamo avuto la lucidità di ripartire, indovinando le opzioni giuste e facendo la differenza a muro. Aguero determinante, è giusto che sia così: nei momenti importanti il giocatore importante deve fare la differenza".
Il presidente Giancarlo Aliverti attribuisce grande valore alla conquista della Coppa: "Abbiamo fatto tutto il campionato tra le protagoniste, ma questo trofeo dà valore al lavoro svolto, oltre alla sicurezza di essere già in Champions". Una battuta anche per il commissario tecnico della nazionale Massimo Barbolini: "Il messaggio di queste finali è che investire tantissimo non vuol dire automaticamente vincere. La vittoria di Villa dimostra che si è investito bene e con cognizione di causa". Ma l’ultima battuta spiega a Flavio Radice, mister Pietro Carnaghi: "È un’emozione grandissima vedere qui tutto un paese, anzi qualcosa di più, a tifare per noi. Siamo partiti 5 anni fa dal nulla, volevamo arrivare in A e ogni anno ci siamo migliorati per farcela. Lo scudetto? Ma sì, ci puntiamo…"

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Pubblicato il 18 Aprile 2010
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