La pillola che ha cambiato il mondo
Cinquant'anni dopo, negli Stati Uniti la metà delle gravidanze non è programmata. L'Italia è agli ultimi posti per l'uso del contraccettivo orale
La pillola anticoncezionale ha appena compiuto 50 anni. Era infatti il 9 maggio del 1960 quando la Food and drug administration statunitense diede il benestare alla ditta farmaceutica G. D. Searle & co per commercializzare la pillola che si sarebbe chiamata Enovid.
La sua scoperta è stata salutata da molti come un evento storico, forse il più importante dal punto di vista sociale e relazionale.
"A dare il via alla rivoluzione della pillola, – come scrive Nancy Gibbs per il Time e pubblicato questa settimana da Internazionale, – fu una donna nata nel 1879 a Corning nello stato di New York, in una famiglia molto cattolica. Quando la madre morì, a cinquant’anni e dopo 18 gravidanze, accusò il padre: «È stata colpa tua. La mamma è morta perché ha avuto troppi figli». Da adulta Margaret Sanger decise di diventare infermiera. Già nel 1912 sognava una pillola magica in grado di impedire le gravidanze indesiderate. Fu lei, nel 1914, a coniare l’espressione «controllo delle nascite»".
La scoperta finale la si deve a due ricercatori: il cattolico conservatore John Rock e Gregory Pincus.
Negli Stati Uniti la sua diffusione produsse cambiamenti rilevanti basti pensare che nel 1960 le donne avevano in media 3,6 figli. In meno di vent’anni questo dato si era dimezzato. Per contro invece raddoppiò l’occupazione femminile e anche la presenza universitaria delle ragazze.
"Se negli Stati Uniti la pillola, anzi la Pillola, compie 50 anni, – scrive Natalia Aspesi, – da noi è molto più giovane, forse ne ha 39, forse ancora meno, 35. Ne ha 39 se si tiene conto che la Corte Costituzionale abrogò nel 1971 l’articolo del codice penale (553) che recitava, "Chiunque pubblicamente incita a pratiche contro la procreazione e fa propaganda a favore di esse è punito con la reclusione". Oppure ne ha 35 se si ricorda che i consultori pubblici in cui venivano date informazioni e prescrizioni contraccettive gratuite a tutte le donne furono aperti nel 1975, in tempi di rivolta di ogni tipo, femminista, sessuale, sociale, politica e generazionale".
Ma dopo tanti anni dalla sua presenza anche nel nostro paese, come vanno da noi le cose?
"Le italiane – scrive Anais Ginori, – si comportano diversamente dalle altre donne europee. Ancora oggi il nostro paese è agli ultimi posti in Europa per l’utilizzo della contraccezione orale, con una percentuale del 16%, contro il 50% dell’Olanda, il 40% della Francia e il 30% della Svezia. Ci sono anche forti differenze regionali. Le utilizzatrici sono di solito donne adulte e in coppia".
Fu vera rivoluzione?
"Con l’introduzione della pillola anticoncezionale – scrive il filosofo Umberto Galimberti, – che, sciogliendo l’atavico nesso che lega il piacere sessuale alla riproduzione, è stata l’unico vero fondamento della liberazione femminile. Solo dopo giunse il femminismo, come istanza ideologica a promuovere l’emancipazione della coscienza femminile".
Per il primo farmaco che si prende senza essere malati è un compleanno importante.
"Ogni mattina più di cento milioni di donne in tutto il mondo cominciano la giornata cominciano la giornata prendendo questa minuscola compressa. Piccola, potente, ma ancora molto discussa"
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