Tre bimbe condannate per furto. Ma è una “lezione”
Singolare iniziativa alla primaria di via Como dove un giudice di pace e tre avvocati hanno dato vita ad un processo che ha coinvolto gli alunni di quinta
Tre ragazzine sono state condannate. Avevano rubato il libro di geografia dalla cartella di un compagno. Il giudice è stato inflessibile: due anni di reclusione, una multa di 500 euro e il risarcimento alle vittime di 2000 euro.
Tutto per un libro di geografia, persino usato????
Non temete, furto, processo e giudizio sono state fasi diverse di un progetto di educazione alla legalità andato in "scena" questa mattina alla primaria Mazzini di Varese: « Un’idea che è avvenuta ad una madre, avvocato, che ha proposto di simulare un processo in aula – ha spiegato il preside Salvatore Consolo – Hanno partecipato gli alunni delle quinte a cui si insegna il concetto di legalità».
Ad aprire la mattinata, una "lectio magistralis" del giudice di pace sul ruolo delle regole in una società e i codici che regolamentano la collettività. Il giudice Luciano Soma ha preso spunto da episodi di vita quotidiana di scuola per ricordare la necessità di comportamenti civili: « Se picchiate un vostro compagno – ha spiegato il giudice – commettete il reato previsto in un articolo del codice penale. Così se danneggiate una cosa altrui».
Poi si è entrati nel vivo del procedimento: alla destra del giudice sono state portare le tre ragazzine accusate di furto, dalla parte opposta i quattro maschietti accusatori. Il punto da chiarire, grazie alle domande dell’avvocato difensore Emanuele Taini, dell’avvocato di parte civile Enza Becchetti e del pubblico ministero Matteo Pelli, era se quel libro di geografia fosse stato sottratto all’insaputa del proprietario o con la sua autorizzazione. Dopo aver sentito le parti e i testimoni, il giudice si è riunito in camera di consiglio e ha deciso di accogliere le richieste del pubblico ministero e punire le tre "ladruncole" che hanno privato il compagno dell’importante strumento di studio provocando, inoltre, le punzioni di maestre e genitori che non hanno gradito le interrogazioni a scena muta del derubato.
Una sentenza accolta tra le risate del folto pubblico presente in aula ma anche dallo sconcerto delle tre imputate che erano convinte di uscirne pulite.
Una lezione decisamente alternativa, che è arrivata direttamente alle menti e al cuore dei piccoli cittadini chiamati di fronte alla Legge.
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