Accordo Ubs: agli Stati Uniti i dati di quattromila clienti
Dopo una lunga vicenda il Consiglio nazionale svizzero ha approvato l'accordo. I conti interessati sono quelli delle persone sospettate di aver evaso il fisco
Con 81 voti, contro 61 e 53 astenuti anche il Consiglio nazionale svizzero ha approvato questa mattina l’accordo concernente la domanda di assistenza amministrativa degli Stati Uniti relativa a UBS.
La decisione, arrivata dopo mesi di dibattiti e rinvii, prevede la fornitura alle autorità americane dei dati bancari di 4450 clienti dell’UBS che sono sospettati di aver evaso il fisco. L’accordo era stato siglato dal governo svizzero nell’agosto del 2009 e all’inizio dell’anno l’amministrazione americana aveva chiesto i dati relativi a 52’000 detentori di conti presso l’UBS.
La firma del trattato non è bastata però per mettere fine alla vicenda: il primo e più grande intoppo è arrivato nel mese di gennaio scorso quando il Tribunale amministrativo federale (TAF) aveva infatti dichiarato illegale la consegna di informazioni bancarie, ricordando che soltanto il parlamento – e non il governo – aveva il diritto di decidere in merito alla concessione di assistenza amministrativa.
Ora il Consiglio nazionale ha votato per sottoporre l’accordo al voto del popolo. Il dossier tornerà dunque al Consiglio degli Stati, che aveva già dato via libera all’accordo, respingendo tuttavia la proposta di referendum facoltativo. Se questa dovesse superare lo scoglio delle due Camere, la Svizzera non riuscirà probabilmente a consegnare i dati richiesti entro il 19 agosto, come previsto dall’accordo. Il governo dovrebbe infatti attendere 100 giorni prima di poter applicare il trattato.
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