Davanti al maxi schermo per “amore” della birra

Del calcio non me ne frega niente ma questi mondiali me li sono goduti distribuendo bicchieri colmi di spuma ad Albizzate sotto il tendone. E poi tutti a gridare «po poroppoppopooooo ooooo!»

Il calcio mi è indifferente. Mi piace giocarci e mi piace anche guardarlo, ma non mi appassiona, e dopo dieci minuti mi scopro incosapevolmente a fissare il vuoto che c’è tra me e il televisore. Succede così anche quando ci sono i mondiali. Però li adoro più di ogni altra cosa. Mi piace tutto dei mondiali e mi piace il clima di complicità che si crea e che attraversa l’Italia dalle Alpi alle coste di Lampedusa. 

Confesso: io Italia – Francia 2006 non l’ho vista. Mi sono perso la testata di Zidane e mi sono perso i rigori di Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero. Quello di Grosso l’ho visto. 

Ero ad Albizzate e stavamo proiettando la partita su un maxischermo sotto un grosso tendone. A metà del match è sopraggiunto un problema: «qualcuno deve stare al bar a spillare la birra, la gente ha sete!». 

Il bar in questione era fuori dal tendone, da lì si poteva solo intravedere mezza spanna della parte inferiore dello schermo. Su 300 persone ero probabilmente l’unico al quale quella mezza spanna sembrava più che sufficiente. A patto di sentire le urla del pubblico: di gioia, di dolore. Molto spesso parolacce.

E da lì la partita è stata un vero spettacolo, si potevano immaginare le azioni interpretando gli umori di chi stava davanti allo schermo. Ogni tanto qualcuno si affacciava dal tendone, faceva un cenno, aspettava una rimessa laterale e poi via, veloce come un centometrista arrivava: con una mano metteva 3,50 euro già contati sul tavolo, con l’altra prendeva la birra e poi di nuovo di corsa sotto il tendone in tempo per vedere la palla tornare in campo.

Inutile dire che ogni tanto i miei cento metri con birra in mano li facevo anch’io, e che le birre, ora della fine, erano diventate “svariate birre”. Sta di fatto che il gol di Grosso l’ho visto per un pelo e abbastanza “sfuocato”. «Che grande azione che è stata», gridavo prima che mi spiegassero che si era trattato di un rigore, ma poco importava, a quel punto ero su un camion, insieme ad altre 50 persone, a strombazzare e cantare con tutto il fiato in gola «po poroppoppopooooo ooooo!». Di fianco a me uno dei centometristi più veloci era nudo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Giugno 2010
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