Niente quattordicesima, alla Mascioni si sciopera
Nella storica azienda tessile di Cuvio quattro ore di sciopero perché è stato messo in discussione il contratto aziendale. Aperta anche la procedura di cassa integrazione straordinaria
Alla Mascioni spa, storica azienda tessile di Cuvio e controllata del Gruppo Zucchi, dove si nobilita il tessuto grezzo, si sciopera: quattro ore in tutto su tre turni. Messa così sembra una novità, e in parte lo è, perché a quelle latitudini il sindacato ha faticato non poco per conquistarsi un posto tra i lavoratori, vuoi per il radicamento dell’azienda tra le famiglie della Valcuvia, vuoi per la politica paternalistica dei Mascioni nei confronti dei dipendenti. Infatti, lo sciopero è stato proclamato dal sindacato perché alla fine di luglio l’azienda intende recedere dal contratto stipulato nel 1997 per quanto riguarda alcuni diritti collettivi in esso riconosciuti: la quattordicesima mensilità (non riconosciuta dal contratto collettivo nazionale dei tessili), l’indennità sostitutiva di mensa– disagiata sede e l’integrazione al reddito, clausole che l’azienda non vuole rinnovare per risparmiare sul costo del lavoro in un momento dove i soldi scarseggiano.
«Tali clausole – sostiene l’azienda – vennero a suo tempo definite in un contesto di mercato e di un andamento aziendale decisamente positivi, sono diventate eccessivamente onerose e non più sostenibili nella loro natura di riconoscimenti garantiti e di costi fissi che prescindono dalle condizioni e dai risultati aziendali…Ci auguriamo che entro il 31 luglio sia possibile determinare e concordare con il sindacato un nuovo sistema di premi legato all’andamento di Mascioni spa».
«La Mascioni – spiega Doriano Battistin, segretario provinciale della Filtcem Cgil– non vuole più riconoscere quei diritti collettivi ai lavoratori perché ha un buco di bilancio che sfiora i dieci milioni di euro (nel 2008 ha perso 3,9 milioni di euro e 7 milioni nel 2009, ndr) e ha bisogno di quei soldi. Insomma è come se dicesse: finché ne avevo, te ne davo. Ora non te ne do più. Noi abbiamo fatto l’assemblea con i lavoratori che hanno aderito al 99 per cento».
Le prime due ore di sciopero sono state fatte venerdì scorso, le altre due si faranno martedì 8 giugno. Nel frattempo è stata avviata anche la procedura per ottenere la cassa integrazione straordinaria per problemi strutturali: proprietà e sindacato sono andati in Regione Lombardia per l’esame congiunto. L’ammortizzatore sociale riguarderebbe circa 60 lavoratori su 370. «All’inizio di febbraio – spiega Battistin – l’azienda ci aveva convocato per dirci che a causa della crisi c’erano dei licenziamenti da fare. Con la cassa integrazione straordinaria, che scadrà nel giugno del 2011, avremo un po’ di tempo per verificare questi esuberi, ma soprattutto sperare in una ripresa del mercato. Va dato atto della correttezza dell’azienda che ha tenuto ben distinte le due questioni nei vari incontri effettuati con noi».
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