Pd e Maroni: “Prioritario il federalismo, non il Ponte sullo stretto”
Dibattito tra il il ministro dell'Interno, il presidente dell'Emilia Romagna e della conferenza Stato-Regioni, Errani, e il presidente della Basilicata De Filippo
«La manovra va fatta e per altri paesi è ben più pesante di 24,9 miliardi come la nostra. Se qualcuno ha delle proposte alternative le faccia e ne discutiamo». Roberto Maroni risponde così a quanti gli chiedevano cosa ne pensasse della posizione del governatore Formigoni.
Il ministro è stato ospite dell’associazione Trecentosessanta, che fa riferimento a Enrico Letta del Pd. Tre giornate di lavoro dal titolo emblematico: "C’è chi dice Nord" che si sta svolgendo a Lazise, nel Veronese, sul lago di Garda.
Maroni è intervenuto al dibattito sul futuro del federalismo. «La riforma federale è la questione centrale per il Paese» ha ribadito con forza. «Negli ultimi anni tutti se ne sono convinti, anche quelli che erano completamente contrari. Molti sono preoccupati, qualcuno non è contento ma nessuno lo mette in discussione». Il conduttore Antonello Piroso di La7 è subito entrato nella questione legata alla manovra economica del Governo. «I suoi contenuti hanno suscitato reazioni negative, ma voglio dire che non sono scolpiti nella pietra, e in Parlamento c’è la disponibilità a modificarla. Mi colpisce la critica di Formigoni più di quella di Errani».
Ed è proprio l’esponente del Pd ha puntualizzare come «non possono essere gli enti locali a contribuire con tagli che rappresentano il 60% della manovra quando rispetto al totale della spesa pubblica questi incidono per il 30%. Questa scelta inciderà sulla già scarsissima crescita e sarà un problema anche per il federalismo
perché si tagliano i fondi proprio agli enti locali. Dobbiamo tornare a un’operazione verità, altrimenti il federalismo non lo faremo mai: e non può essere che i dati sui conti li abbia solo Tremonti. C’è anche
un problema di democrazia». La spesa dell’amministrazione centrale è cresciuta più di ogni altra, sostiene Errani. «È ora di fare un’operazione trasparenza. Sono d’accordo che va fatta una politica di responsabilità, ma proprio per questo vanno fissate priorità vere».
Maroni, provocato su questo punto, ha affermato di esser d’accordo che «il Ponte sullo Stretto non è una priorità. Prima dobbiamo fare la Pedemontana».
«Le regioni sono avanti sul federalismo – ha affermato Errani – ma se il Governo poi fa scelte che comportano tagli, ciò è contraddittorio. Dobbiamo smettere di fare propaganda, vedi il decreto attuativo sul demanio federale dove l’unica risorsa poteva venire dalla dismissione delle caserme che sono rimaste allo Stato».
Piroso ha chiesto delle ingerenze della Lega sulle banche. «Le fondazioni devono avere attenzione al territorio ma non mi interessa che ci debbano andare esponenti della politica. Deve andare gente brava, preparata. Il loro funzionamento, non lo abbiamo deciso noi. Negli ultimi tempi può avvenire una restrizione del credito e ho sollecitato le banche ad avere attenzione ai territori».
Sul demanio federale Maroni ha invece risposto dicendo che «sono stati trasferiti dei beni e non del denaro. Starà agli enti locali farli fruttare. Sulle caserme dipenderà dalle politiche a livello europeo e va fatto uno sforzo in quella direzione».
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