Servizi sociali, niente oratorio senza la firma della dirigente

Assente per malattia la responsabile, progetto al palo e niente educatori per l'accompagnamento. Lo segnala per il PD Erica D'Adda. L'assessore Crespi minimizza ("non ci risulta"), D'Adda ribadisce ("il problema c'è")

"Sveglia, servizi sociali!" A rivolgere un pressante appello è Erica D’Adda per il Partito Democratico, denunciando una situazione paradossale per cui ragazzi seguiti dai servizi sociali, e che necessitano della presenza di un educatore per potersi recare in oratorio, non avrebbero avuto la possibilità di farlo. Il problema è che la dirigente responsabile dei servizi al cittadino, nonchè dei servizi sociali, è al momento assente per malattia: e senza la sua firma, il servizio non potrebbe partire. Dal Comune gettano acqua sul fuoco, negando che il caso, semplicemente, si ponga: non risulterebbero richieste. D’Adda insiste e conferma.

Il caso specifico parte dalla segnalazione di una madre di un ragazzino disabile: «Una situazione che limita il diritto e la possibilità per chi è seguito dai servizi sociali di interagire con i coetanei. Era proprio necessario» dice D’Adda «dover arrivare a far muovere un consigliere comunale per risolvere una cosa in apparenza così semplice?»
Gli oratori sono gli stessi cui un anno fa venivano caricati parte dei compiti già svolti da soggetti diversi e specializzati (centri diurni ecc.): la risposta fu che non vi era una preparazione specifica ad accogliere ragazzini che venivano da situazioni familiari complesse e talora assai difficili, o con significative difficoltà nell’interazione sociale.

L’assessore Crespi minimizza la questione. «Penso che D’Adda sia stata informata male. Non ci risulta nessuna richiesta pervenuta agli uffici, e se ci fosse verrebbe accolta nel minor tempo possibile. Il sindaco ha per tempo nominato nella persona dell’avvocato Carra, già dirigente del settore per anni, il sostituto della dirigente assente. Mi sono sentito anche con don Alberto (coordinatore degli oratori ndr), ma al momento non risultano casi di ragazzi seguiti dai nostri servizi sociali e che non possano accedere per carenza di educatori. Nel momento in cui ci fossero delle richieste, le assistenti sociali possono accoglierle attivando il meccanismo dei voucher per far accedere le famiglie ai servizi di soggetti del privato sociale. Quando D’Adda riceve una segnalazione di questo tipo, si rivolga subito al sottoscritto, visto che il mio numero ce l’ha, e cerchiamo insieme di trovare una soluzione».
La consigliera comunale non demorde e ribatte: «Il numero dell’assessore? Non me l’hanno mai dato. Me lo faccia avere e ci sentiamo. E comunque il caso c’è: la signora, che ha un nome e un cognome, ha avuto una discussione con l’assistente sociale e le era stato detto che l’assenza della dirigente provocava un ritardo nella firma del documento indispensabile per attivare il progetto. Altri cittadini hanno provveduto per conto proprio, pagando di tasca propria un educatore: forse il sistema dei voucher non riscuote tanta fiducia dopotutto…».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Giugno 2010
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