Una moschea vicino alla sede della Lega dei ticinesi
Il Municipio ha approvato la richiesta di cambio di destinazione per i locali situati in via Monte Boglia. Soddisfatta la comunità islamica
La comunità islamica avrà un luogo per la preghiera e sarà situato proprio a poca distanza dalla sede della Lega dei Ticinesi. Lo ha deciso il Municipio di Lugano che ha approvato la richiesta di cambio di destinazione per i locali situati in via Monte Boglia. Lì i musulmani potranno trasferire il proprio centro di preghiera che ora è situato in via Maggio. Contrari alla votazione i consiglieri della Lega Giuliano Bignasca e Lorenzo Quadri che avevano fortemente criticato la decisione della comunità di trasferirsi in via Monte Boglia dove è presente inoltre anche la sede del partito. I rappresentanti della comunità hanno dichiarato con un comunicato la propria soddisfazione affermando di essere sempre stata fiduciosa sul fatto che i suoi diritti sarebbero stato garantiti, anche con qualche ritardo. Sulla questione resta comunque aperta una vertenza civile tra gli islamici e alcuni inquilini del palazzo in cui dovrebbe insediarsi il centro.
«La moschea – si legge nel comunicato diffuso subito dopo l’approvazione dalla Lega – contro cui parecchi vicini e condomini hanno presentato opposizione, non mancherà di provocare problemi gravi ed evidenti di viabilità vista la carenza di posteggi, sia in via Monte Boglia, che nello stabile in questione. Inoltre, poiché i luoghi di culto cristiani non sono insediati in condomini abitativi, non si vede per quale motivo fare eccezione per quelli di altre religioni. I problemi provocati dalle moschee d’Oltreconfine non sono peraltro di buon auspicio. E’ inoltre deplorevole l’ostinazione della comunità islamica – e dei loro rappresentanti legali – a volersi a tutti i costi insediare dove non sono assolutamente desiderati da vicini e condomini, e questo malgrado le alternative non manchino.
Questo modo di procedere non è certo indice della tanto declamata (a parole) volontà di integrazione e di pacifica convivenza dichiarate dalla comunità islamica: parole che vengono ora smentite dai fatti».
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