Il Festival dei Castelli di Lago inizia da Villa Borghi
Il programma della rassegna, giunta alla terza edizione, è ricco di eventi originali e interessanti: incontri di arte e storia, parole e pittura, cultura e territorio
È partito da Biandronno e andrà a far rivivere alcuni degli angoli più preziosi e meno noti del nostro territorio. Il festival Castelli di Lago ha aperto ufficialmente la sua terza edizione nella cornice di Villa Borghi, la stessa che ospita i colori e le luci della mostra del Progetto Foresta. Una rassegna di "contaminazioni" che quest’anno, come ha spiegato Chicco Colombo di Arteatro «avrà al centro l’incontro tra territorio e cultura, tra pittura e teatro, tra arte e storia». Il programma è ricco e offre una selezione di eventi originali e interessanti: come "Cazzago il paese dei proverbi dipinti" una mostra realizzata con il contributo dello storico Luigi Stadera e dedicata alla tradizione popolare che unisce parole e figure ma anche gli spettacoli teatrali dedicati alla "riflessione" che andranno in scena alle ghiacciaie. Il festival è arricchito inoltre dalle produzione della Residenza teatrale Arteatro e dalla mostra del "Progetto Foresta".
Gli appuntamenti continuano questa sera, sabato 3 luglio, con Betty Colombo che a Comerio (ore 21.15) porterà "Olmo il soldato".
Uno spettacolo che ci invita a raccogliere le memorie di un tempo e a seguire quel filo sottile che unisce passato e presente attraverso la figura del giovane protagonista, Olmo, un bambino che si misura con l’esperienza della guerra. Olmo chiude una sorta di trilogia iniziata con Le donne della pesca e del lago e Paludi in cui Betty con la sua preziosa ricerca ha riscoperto piccoli aneddoti, racconti passati, testimonianze autentiche, frammenti di ricordi sparsi per intrecciare storie legate alla nostra tradizione e alla cultura locale. La stessa sera a Cazzago (ore 22) Chicco e Paolo, per la prima volta in scena insieme, debuttano con "Memorie a fondo". Lo spettacolo nasce da una suggestione dello Stadera: «Due questioni fondamentali, se davvero si vuole documentare la tradizione lacustre: la raccolta degli oggetti e l’inventario delle parole dei pescatori». E infatti la scena si crea da parole e oggetti: senza intenti documentari, ma per scandagliare la mitologia lacustre, quella conca a un tempo eroica e popolare in cui ristagnano preistoria e attualità, epica e gesti quotidiani.
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