Terza pista? “Non è meglio fare altro?”
Alla festa locale del Pd un nuovo confronto sull'infrastruttura di Malpensa. Domanda centrale: è sostenibile economicamente e ambientalmente?
Vale la pena fare la terza pista a Malpensa? E’ questa la domanda centrale attorno a cui si è concentrato il dibattito organizzato sabato 17 luglio alla festa del Partito Democratico a Cassano Magnago. A confronto un ambientalista, Emilio Magni di Legambiente, un arichitetto, Jimmy Pasin consigliere comunale ed ex assessore a Somma Lombardo e Giacomo Buonanno preside di Ingegneria alla Liuc e consiglire comunale del Pd a Lonate Pozzolo. Tutti e tre contrari all’ampliamento dell’aeroporto. Tutti e tre desiderosi di raggiungere preso, come Pd, una posizione unitaria su questo tema.
Ad aprire il dibattito è intervenuto il sindaco di Cardano al campo Mario Aspesi che ha sottolineato, nuovamente, l’esigenza prima di tutto di "fare una Valutazione ambientale strategica (Vas) dell’opera, come sottoscritto sia dai comuni dell’area Cuv su cui sorge l’aeroporto sia da quelli che fanno parte del piano d’area di Malpensa". Aspesi non ha mancato di lanciare una stoccata all’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Cattaneo che sostiene che la terza pista, dato che è un progetto e non un piano, deve essere sottoposta alla Valutazione d’impatto ambientale (Via) e non alla Vas. "L’assessore gioca con le parole: la Vas è preventiva, la Via si fa a progetto approvato. Ma direi che la terza pista p qualcosa più di un progetto".
Contrario alle terza pista anche l’ambientalista Magni. "Su Malpensa non è mai stato fatto uno studio per dire se è compatibile o no con il territiorio circostante. Invece non si può prescindere da una valutazione globale. Una è stata fatta fare dai sindaci della zona e dice chiaramente che l’ampliamento non è caompatibile con il parco".
Per Pasin, che era assessore proprio negli anni della nascita della "grande Malpensa", l’aeroporto si può dire che sia nato da subito "male". "Malpensa è nata vecchia, costruita negli anni novanta su un progetto fatto negli anni sessanta. E’ un’infrastruttura costata finora, fra costi diretti e indiretti, sei miliardi di euro di soldi pubblici. Forse è il caso di chiederci quanti altri soldi di tutti gli italiani ci costerà la terza pista". L’architetto sommese ha anche criticato i numeri che dati dai sostenitori dell’opera. "Parlano di un traffico di settanta milioni di passeggeri. Ma al mondo c’è un solo aeroporto che ne fa di più ed è Atlanta. Sono pochi, in Europa, le strutture che raggiungono i 49milioni di passeggeri".
Proprio per questo, Buonanno si pone una semplice domanda. "La terza pista è un investimento. In un momento in cui ci sono risorse economiche scarse, non è il caso di fare una valutazione economica? ha senso investire qui e non altrove?". Buonanno cita quindi alcuni dati: fino al 2007 c’è stata una crescita dei passeggeri in tutto il mondo, negli ultimi due anni in Europa si è registrata una netta diminuzione. "Fra il 2007 e il 2009 i passeggeri a Malpensa sono diminuiti. Vuol dire che c’è già la possibilità di far crescere gli attuali 17,5 milioni, magari utilizzando meglio le due piste già esistenti. Si dice che potrà servire per l’occupazione. Ma perchè, allora, non pensare ad investimenti diversi come la costruzione di pannelli solari? Insomma, non è meglio fare altro?".
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