Apre al Circolo il reparto di ematologia
Con dieci posti letto, l'ospedale di Circolo aumenta la sua offerta specialistica affidandosi al professor Passamonti, cresciuto alla scuola del San Matteo di Pavia
Apre al Circolo di Varese il reparto di "ematologia". Attesa da anni, l’unità che si occupa di "malattie del sangue" inizierà la propria attività il prossimo primo novembre quando arriverà alla sua direzione il professor Francesco Passamonti. Quarataquattro anni, nato e cresciuto professionalmente al San Matteo di Pavia, il professore lavorerà con 8/10 letti nel reparto di Medicina prima diretta dal professor Venco. Avrà al suo fianco uno specialista che proprio ieri la Regione ha autorizzato ad assumere. Nel padiglione centrale, dove fino al mese di dicembre sono collocati gli ambulatori e gli studi specialistici di ortopedia ( che traslocano alla Santa Maria), troveranno spazio le attività ambulatoriali.
Tra i maggiori sostenitori di quest’importante innovazione, i volontari dell’Ail Varese onlus, l’associazione che da anni raccoglie fondi da destinare al miglioramento tecnologico ma anche professionale dell’ospedale di Circolo nel settore delle leucemie, linfomi e mielomi: « Tutti i fondi raccolti con le nostre iniziative – ha tenuto a precisare Gianfranco Mombelli, fondatore dell’associazione – sono sempre stati utilizzati per questo ospedale. Anche per il prossimo dicembre ( 8-11 dicembre) saremo nelle principali piazze con le nostre campagne benefiche».
Alla guida del reparto, dicevamo, il professor Passamonti che porta a Varese una professionalità in questo campo maturata nei principali centri ematologici sia italiani, sia europei sia americani: « Arrivo a Varese sapendo di trovare molte eccellenze con cui potrò lavorare. Mi metto a disposizione per migliorare l’assistenza dei pazienti portando le migliori modalità di cura possibili e i farmaci più innovativi fino a quelli sperimentali. Al centro della nostra attenzione le malattie come le glicemie acute e croniche, linfomi, anemie, mielomi».
Tra gli obiettivi immediati del primario il trapianto autologo, con cellule staminali dello stesso paziente, mentre in un paio d’anni vorrebbe arrivare anche al trapianto allogenico da donatore.
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