Busto “capitale”… pirandelliana

Martedì 26 ottobre convegno sul sommo autore teatrale siciliano al Sociale. Saranno presentati anche gli appuntamenti teatrali legati alle opere di Pirandello

"Quel che il teatro deve a Luigi Pirandello" è il titolo del Convegno di studi in programma Martedì 26 Ottobre dalle 9.30, al teatro Sociale di Busto Arsizio. L’appuntamento è promosso dall’associazione culturale "Educarte", in collaborazione con il Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento. Sul palco saliranno, in veste di relatori, Enzo Lauretta (presidente del Centro nazionale studi pirandelliani), Stefano Milioto (consigliere delegato del Centro nazionale studi pirandelliani) e Marialaura Simeone (giornalista e studiosa di teatro pirandelliano).

Al termine delle relazioni, intorno alle ore 11.45, è previsto un incontro stampa per la presentazione delle iniziative pirandelliane in programma al teatro Sociale di Busto Arsizio nella stagione 2010/2011.

«Fingiamo d’abbracciare con un solo colpo d’occhio l’intera storia del teatro italiano ponendo il nostro punto di vista molto sopra delle nuvole, come se questa storia fosse una regione del pianeta generale del teatro. Emergeranno tre picchi: la Commedia dell’arte, l’opera lirica e Pirandello. Sono i tre teatri per cui l’Italia è nota nel mondo […]». Così Ferdinando Taviani, nel suo libro «Uomini di scena, uomini di libro. Introduzione alla letteratura teatrale italiana del Novecento» (Il Mulino, Bologna 1995), spiega il debito che la drammaturgia contemporanea ha nei confronti dell’autore di «Così è (se vi pare)».
Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934, ha lasciato pagine illuminanti sulla crisi di valori dell’uomo contemporaneo e sulle inquietudini che animano la sua mente, ma ha anche esercitato un’indiscussa azione di rinnovamento del racconto drammaturgico e della prassi scenica.
«Per la via dell’umorismo e dell’analisi interiore del personaggio» -spiega Enzo Lauretta- lo scrittore siciliano ha, di fatto, innovato la vecchia e stanca scena ottocentesca, nella quale erano dominanti l’enfasi declamatoria dell’attore e gli intrecci leggeri e mondani di tradizione francese, proponendo un «teatro di idee». Un teatro che mette al centro la riflessione sulla vita «nuda», cioè senza la maschera dell’ipocrisia e delle convenzioni sociale, e che fa proprio il tema della frammentazione dell’io e dell’incomunicabilità con l’altro.

L’apice di questo nuovo modo di intendere la scrittura e la rappresentazione scenica è raggiunto dalla trilogia del «teatro nel teatro», della quale fanno parte i «Sei personaggi in cerca d’autore» (1921/1925), «Ciascuno a modo suo» (1924) e «Questa sera si recita a soggetto» (1928-1929), ma anche dal dramma incompiuto «I giganti della montagna» (1933). Luigi Pirandello scardina le regole del dramma borghese, eliminando la «quarta parete» di diterotiana memoria (ossia il muro immaginario che sta tra gli spettatori e gli attori) e dando al pubblico un ruolo attivo all’interno dello spettacolo.
Alla sua lezione guardano molti protagonisti della scena teatrale contemporanea, da Giovanni Testori a Pier Paolo Pasolini, da Bertolt Brecht a Samuel Beckett, senza dimenticare l’esperienza del Living Theatre o del teatro di strada e di guerriglia americano.

Tutte queste significative influenze, che hanno portato la critica a definire il drammaturgo agrigentino il più «seminativo» del nostro tempo, verranno analizzate nel convegno «Quel che il teatro deve a Luigi Pirandello», in programma martedì 26 ottobre, a partire dalle 9.30, negli spazi del teatro Sociale di Busto Arsizio. L’appuntamento, promosso dall’associazione culturale «Educarte», nasce dalla più che ventennale collaborazione tra Delia Cajelli, direttore artistico della sala di piazza Plebiscito, ed Enzo Lauretta, presidente del Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento.
Ad aprire le riflessioni sulla drammaturgia dell’autore agrigentino sarà lo stesso Enzo Lauretta con una conferenza dal titolo «Pirandello e il teatro». Marialaura Simeone, giornalista pubblicista e giovane studiosa dell’opera dello scrittore siciliano, parlerà, invece, di «Pirandello regista», soffermandosi sull’avventura del «Teatro dell’arte», gruppo attivo tra il 1925 e il 1928, del quale verranno analizzate le innovazione sceniche anche attraverso le parole di alcuni protagonisti: da Marta Abba a Dario Niccodemi, da Lamberto Picasso a Guido Salvini. Infine, Stefano Milioto, consigliere delegato del Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento, rifletterà sul tema «Presenze pirandelliane nel teatro europeo e americano», soffermandosi su chi e quanto si è nutrito della «linfa pirandelliana», a partire dalle riflessioni del critico americano Robert Brustein in «The Theatre of Revolt-An approach to the modern drama» (1964).
«Nell’angoscia esistenziale, -spiega Stefano Milioto- Pirandello anticipa Jean-Paul Sartre e Albert Camus; nella disintegrazione della personalità e dell’emarginazione dell’uomo, Samuel Beckett; nel conflitto della parola, teoria, concetti e opinioni correnti, Eugène Ionesco; nel contrasto verità-illusione, Eugene O’ Neil e, più tardi, Harold Pinter ed Edward Albee; negli esperimenti teatrali, diversi drammaturghi sperimentali, inclusi Thornton Wilder e Jack Gelbert; nell’uso dell’interscambio fra attori e personaggi, Jean Anouilh; nella visione del contrasto maschera pubblica e vita privata, Jean Giraudoux; nella concezione dell’uomo come individuo teatrale, Jean Genet».
Al termine delle relazioni, intorno alle ore 11.45, è previsto, negli spazi del «Bistrot del teatro», un incontro stampa per la presentazione delle iniziative pirandelliane in programma al teatro Sociale di Busto Arsizio nella stagione 2010/2011.
In occasione del convegno, il numero di novembre del mensile «Il palcoscenico» dell’associazione culturale «Educarte», in uscita martedì 26 ottobre, sarà interamente dedicato al teatro di Luigi Pirandello ed ospiterà articoli di Delia Cajelli, Enzo Lauretta, Stefano Milioto e Marialaura Simeone; le foto che corredano i testi si riferiscono ad allestimenti di opere pirandelliane, portate in scena dagli attori del teatro Sociale negli anni compresi tra il 2004 e il 2010.

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Pubblicato il 25 Ottobre 2010
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