Che fine ha fatto Bala i ratt?
Dopo aver scatenato una valanga di commenti i tre toponi sono finiti sul New York Times e poi hanno anche rischiato un'azione legale. Ma forse (si spera...) non compariranno più
Che ne è stato di Bala i ratt, la campagna anti frontalieri arrivata perfino sul New York Times? Tutto finito? Potrebbe essere, almeno per il momento. È quanto afferma in una lettera la società che si era occupata delle affissioni e che di recente ha comunicato di "non essere stata incaricata di affliggere nuovi cartelloni". La ditta è stata interpellata da Frontalieri Grazie, il gruppo che alcune settimane fa aveva acquistato degli spazi sulla stampa ticinese e italiana per rispondere alla campagna pubblicitaria contro i lavoratori italiani in Svizzera. Frontalieri Grazie sta raccogliendo molte simpatie, al suo appello hanno aderito finora quasi un centinaio di persone tra imprenditori, avvocati, economisti, medici, architetti, personaggi della cultura, del giornalismo e dell’università. Un’azione che, al di là della polemica iniziale, testimonia un reale sentimento di vicinanza da parte dei ticinesi nei confronti dei lavoratori italiani presi di mira dall’Udc svizzero.
Sul sito del gruppo inoltre sono state pubblicate alcune interessanti testimonianze dirette. Come quella di Giovanna Annarita C. che riprendiamo in parte: "sono stata fino a qualche anno fa una frontaliera orgogliosa e onesta coi miei datori di lavoro che hanno sempre saputo apprezzare il mio lavoro e riconoscerlo con le tante promozioni che ho ricevuto al pari di una cittadina Svizzera, inoltre sono anche nipote, figlia, moglie e madre di frontalieri, (già mio nonno negli anni ’40 e ’50 da Gurro in Valle Cannobina con la sua bicicletta veniva in Ticino a prestare la sua opera come "teciat") anche i miei famigliari si sono sempre integrati in modo perfetto con i loro colleghi e i loro datori di lavoro senza mai sentirsi emarginati". Sulla stessa pagina on line compare anche un’altra interessante opinione: "Nella mia ditta lavorano 38 frontalieri e sono il fiore all’occhiello della mia azienda. Questa la dichiarazione di un imprenditore di Lugano-Viganello. Ce ne sono altre? Positive, negative, riflessioni, commenti? Ma sempre e solo nel rispetto della dignità delle persone, donne, uomini, di ogni paese di ogni età e, specialmente, nel rispetto di chi lavora".
Frontalieri Grazie quel "rispetto"è determinata a difenderlo con tutte le forze, fino ad arrivare in tribunale. I manifesti con i tre toponi affamati di formaggio svizzero, antipatica metafora dell’assalto italiano alla ricchezza d’oltre confine, hanno rischiato infatti finire al centro di un’azione legale poiché ritenuti "lesivi della personalità dei lavoratori". Alla ditta responsabile delle affissioni era stato chiesto un aggiornamento sulle intenzioni degli ideatori di continuare o meno la campagna incriminata. E solo la risposta negativa dell’interessata (che in ogni caso precisa di essersi sempre attenuta "al codice deontologico professionale") ha placato l’intenzione di battaglia legale del gruppo.
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