Enrico Letta e la sfida delle comunali: “Dopo i sogni leghisti, serve concretezza”
Per il vicesegretario del Pd le contraddizioni del centrodestra offrono "una grande chance" per le amministrative. "Temi concreti, come la Pedemontana e la Tangenziale"
Le contraddizioni del centrodestra, la distanza mai così grande tra le promesse e i risultati sono un’occasione straordinaria per il centrosinistra. Enrico Letta è convinto che sia una chance epocale per il Pd, anche in provincia di Varese, con le sfide elettorali nelle tre principali città.«Concretezza ed efficacia sono il messaggio centrale che vogliamo dare oggi: in questo ultimo anno abbiamo visto crescere il distacco tra gli annunci e i fatti da parte della Lega al governo». Certo, raccontarlo, anche a livello locale, non è facile. Ma il Pd ci prova, con lo strumento più antico del mondo, quello forse troppo bistrattato negli ultimi anni: la presenza in piazza. E così Letta si è trovato nel centro di Gallarate, davanti alla mostra itinerante allestita dal locale Circolo, accompagnato dal consigliere regionale Alessandro Alfieri, ma anche dagli altri amministratori locali.
«A Busto Arsizio volevamo anche raccontare che cos’è la Lega a Roma: spiegare che i Comuni – anche questo – non possono spendere soldi per investimenti per i vincoli imposti dal patto di stabilità, anche perché il soldi da Roma vanno a Comuni dove assistiamo ad una vera sporcizia politica, come ben evidenziato dal caso di Palermo e di Catania».
Fatti che passano in secondo piano di fronte alle promesse messianiche leghiste, nell’eterna attesa del federalismo. «Per questo bisogna tornare a parlare con un sovrappiù di concretezza, di fronte ai proclami, alle promesse che vengono dispensate dalla Lega. E contemporaneamente dobbiamo infilarci all’interno delle contraddizioni del centrodestra, all’interno del PdL, tra PdL e Lega, tra Futuro e Libertà e Lega: l’esplodere di queste contraddizioni ci dà una grande chance».
Fatti che passano in secondo piano di fronte alle promesse messianiche leghiste, nell’eterna attesa del federalismo. «Per questo bisogna tornare a parlare con un sovrappiù di concretezza, di fronte ai proclami, alle promesse che vengono dispensate dalla Lega. E contemporaneamente dobbiamo infilarci all’interno delle contraddizioni del centrodestra, all’interno del PdL, tra PdL e Lega, tra Futuro e Libertà e Lega: l’esplodere di queste contraddizioni ci dà una grande chance».In questo quadro il caso emblematico è proprio la Gallarate dove Letta ha deciso di intervenire: qui la Lega è all’opposizione da quattro anni ed è qui che appare maggiore la distanza tra le due maggiori forze del centrodestra, divise da tanti temi, su tutti le scelte urbanistiche, quelle del commercio e la gestione dell’azienda partecipata, quella Amsc che è presieduta e gestita (anche come direttore generale) dall’uomo forte del PdL Nino Caianiello. «Le contraddizioni aprono spazi interessanti. Ed è qui che vogliamo portare avanti un metodo di campagna elettorale che stia davvero nelle strade, che incontri le persone e tocchi temi concreti, senza voli pindarici, senza offrire sogni ai cittadini».
La scelta di tenere a Malpensa l’assemblea nazionale è coincisa con una grave crisi aziendale, quella della Livingston precipitata nel giro di pochi giorni. «Seguiremo l’evolversi della questione a a Roma. Fino ad oggi però abbiamo visto un Governo che si muove con sufficienza di fronte alle crisi industriali, lasciando scorrere via le vicende senza intervenire davvero».
Cosa serve a questo territorio? «Il tema delle infrastrutture è centrale: se quest’area vuole avere uno sviluppo, questo passa obbligatoriamente attraverso un rilancio delle infrastrutture. È stato il centrosinistra a mettere le risorse che oggi consentono di far andare avanti le opere, il centrodestra non ha messo nulla». E quali sono le scelte da fare oggi? «Essenziali sono Pedemontana e la Tangenziale Est di Milano, opere necessarie per decongestionare una metropoli che vede il traffico praticamente dentro la città. Il sistema pedemontano serve anche per aprire Varese verso Ovest, con un collegamento verso Como e di qui per il Nord Europa. Accanto a questo, noi sosteniamo l’idea dei “Mille treni per i pendolari”: non è possibile che in un’area così importante del Paese il sistema ferroviario sia così deficitario. E invece proprio ora la manovra finanziaria del governo colpisce il trasporto pubblico».
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