PGT, il Comune chiama, Sacconago risponde. E si lamenta
Centro storico degradato, collegamenti con la zona industriale... e terreni vincolati da decenni tra le segnalazioni dei sinaghini che chiedono soluzioni al nuovo strumento urbanistico
Il Comune chiama, Sacconago risponde "presente". Quasi un centinaio le presenze alla serata del Forum sugli obiettivi del Piano di Governo del Territorio: contrasto positivo con le due precedenti e fallimentari serate dedicate ai quartieri del centro e a Borsano. Presenti sul palco accanto all’arch. Luigi Moriggi, ormai esperto “divulgatore” dei principi di base che dovranno sottostare alla redazione del PGT, il sindaco Farioli e il suo vice Giampiero Reguzzoni. Con il primo cittadino a rispiegare le differenze fondamentali tra il PGT e i vecchi piani regolatori: “vincolistici” questi ultimi, più flessibile e vocato a principi quali la perequazione, intesa nel senso che vedremo, il Piano di Governo del Territorio. Sempre Farioli ricordava ai residenti della natia Sacconago la centralità infrastrutturale di Busto Arsizio; i sinaghini per ora notano soprattutto gli attraversamenti di camion da e per la zona industriale, che pure dà lavoro a non pochi, e l’inceneritore Accam.
Moriggi ha spiegato i vari passaggi formali dell’iter del Piano di Governo del Territorio. Oggi si presentavano, come nelle precedenti occasioni, una serie di inquadramenti generali e strategie d’intervento, mentre le scelte più precise si vedranno nell’ambito del Documento di Piano, asse portante del PGT; da redigersi sempre tramite il puntuale confronto con la cittadinanza.
A Sacconago le questioni sono diverse: zona industriale, centro storico, viabilità. Il rione avrebbe bisogno di qualche attenzione in più, e non solo di tipo edilizio. Ciò che invece sul lato ovest di Sacconago abbonda, sono i terreni di proprietà comunale, per l’appunto quelle della zona industriale. Le aree pubbliche, è stato ripetuto, potranno avere un ruolo importante nell’ottica della perequazione, ad esempio per compensare scelte su aree destinate a verde o a “sfoltimenti” insediativi. Si lamentavano, da parte di residenti come il signor Angelo M., i vincoli: «Il mio terreno è vincolato da quaran’anni, a cinquanta metri hanno costruito». Su 400 osservazioni giunte nel 2007, la quasi totalità era di questo tipo. Il Comune ne ha tratto una mappa, e, spiegava Reguzzoni, potrà concedere volumetrie acquistabili, impiegando le proprietà comunali, in cambio delle aree già edificate di cui dovesse decidere usi diversi, perchè «il privato va risarcito dei vincoli», e in questo «il PGT è quo laddove il vecchio prg non lo era».
Eugenio Vignati arricchiva il cahier de doléances: «C’è una vera spaccatura con la zona industriale. Qui mancano i parcheggi, abbiamo l’area dell’ex oratorio, perchè non usarla? Al primo matrimonio in Chiesa Vecchia il sabato, con le viuzze strette è il caos per le auto. Nel centro storico, poi le case crollano, non stanno più in piedi. In via Bellotti, via San Carlo, in parte via XI Febbraio, ora vivono anche dei pregiudicati di notevole livello, certe auto parcheggiate sono diventate mercatini di spaccio. Altro che città Malpensa, somiglia più al Bronx. I negozi, poi? Spariti. Sacconago muore, si addormenta. Attenzione perchè al degrado ambientale segue quello sociale». Toni forti, ma qualche problema c’è. Il vicesindaco ribadiva che erano i vecchi piani regolatori a ingessare i centri storici; inoltre le proprietà parcellizzate rendono difficile ogni intervento. Il PII Maddalena dovrebbe cambiare volto all’area antistante alla Chiesa Vecchia, ma non è ancora partito.
Sulla "spina verde", Reguzzoni chiariva il concetto come «una strada urbana con fascia verde, un asse viario non impattante», sul modello del viale della Gloria. La tangenziale-secante, insomma, ufficialmente non si fa, ma di fatto sarà usata come tale se si seguono i timori espressi dal "pidino" e sinaghino Salvatore Vita, che già vi vedeva lo sfogo naturale dei camion diretti all’inceneritore Accam. E tutta la questione dei collegamenti della zona industriale resta aperta: progettata e finanziata la soluzione del "nodo" di via Piombina, contatti con Hupac e Fnm permetteranno in futuro di creare una variante in uscita a nord-ovest, verso via Amendola e via per Lonate, dedicata ai mezzi pesanti che così libereranno, si spera, Sacconago.
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