Design “Made in Italy” per il caro estinto
Il consorzio orafo varesino ha rivoluzionato un oggetto decisamente funebre: l'urna cineraria. E a svelare queste opere speciali in pietre preziose ed oro ci pensa una mostra a Villa Recalcati
Lo terreste sul caminetto il caro estinto? Magari si. Anzi, magari siete tra quelli che hanno già tribolato per trovare un posto tra i loculi nei parenti. O magari non vi è spiaciuta l’idea, che avete notato in qualche film, di conservare la nonna sul comò.
Potrebbe essere una saggia ed economica decisione, che vi fa evitare dolori in più e spese eccessive: e se decidete proprio di farlo sappiate che non solo vi risparmierete il prezzo e l’incomodo del loculo, ma farete ripartire il volano dell’economia. Anzi del “made in italy” che dopo vestiti, arredamento e gastronomia ora passa ad un particolare tipo di lavorazione dei preziosi: la realizzazione di urne cinerarie chic.
Non è uno scherzo, è una idea serissima, che è venuta al Consorzio Varese Orafi – ed è stata finanziata in primis dalla Camera di Commercio di Varese – dopo attenti studi di mercato e grazie alla diffusione della Cremazione, che rende possibile questo tipo di scelte: «In una situazione di crisi del settore dell’oreficeria è stato necessario partorire delle nuove idee, cercando nuovi canali distributivi alle nostre creazioni, oltre ai negozi di gioielleria e ai grossisti – spiega Germano Casone, direttore del consorzio – Così abbiamo pensato alle urne cinerarie, che dopo il decreto del 2004 che consente di trattenere con sè le ceneri dei defunti diventa un oggetto sempre più usato. Sul mercato, però, francamente, ci sono cose davvero dozzinali. Perchè dunque non creare qualcosa di prezioso per un momento così importante?»
Detto, fatto: il risultato è la mostra “Cineris” che da sabato 27 a domenica 28 novembre 2010 riunisce i primi 20 pezzi d’arte e di design italiano per impreziosire l’urna cineraria. La mostra che verrà inaugurata venerdì 26 novembre alle 17.30 nella sala neoclassica di Villa Recalcati, sede della provincia di Varese, vede forme e ispirazioni per tutti i gusti: da quella a candela ai cubi “legati” con fili d’oro, dalle piramidi ai cilindri con occhi inagatori. Tra esse, ce n’è persino una che prevede sopra il coperchio un giardinetto zen: ovviamente non fatto con le ceneri del defunto, che devono essere conservate in un luogo dove non si possono disperdere, ma in ogni caso evocative e decorative.
«Sappiamo che questa nostra scelta di far ripartire in questo modo l’economia del settore può sembrare anche fin troppo originale – spiega Maurizio Colombo, vicepresidente del consorzio, e membro di Consiglio della Camera di Commercio – Potete immaginare i primi commenti all’iniziativa: di sorrisetti e facce perplesse ne abbiamo viste tante. Ma poi abbiamo parlato di business e di volano di una economia che non conosce sosta, e il cui mercato è del tutto sprovvisto di pezzi come i nostri. E alla fine ci hanno dato fiducia: così sono orgoglioso che la tradizione continui e orgoglioso che Camera di Commercio ci abbia aiutato fino a qui. Ora speriamo che tutto vada bene, per riprendere il posto che meritiamo nel panorama orafo mondiale». Che potrebbe essere anche il comò o i caminetti di mezzo mondo (la tradizione dell’urna è particolarmente viva nei paesi nordici e anglosassoni, ndr) con buona pace della defunta nonna.
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