«Fenomeno diffuso, le scuole controllino»
Benedetto Di Rienzo, fino al maggio scorso preside dell'Itc Tosi, commenta la pratica delle discoteche di "ingaggiare" studenti per assicurarsi la massa
« È una pratica molto diffusa su cui è bene che dirigenti e bidelli sorveglino con grande attenzione».
Le pubblicità di feste in discoteche all’interno degli istituti scolastici è frequente e l’ex preside Benedetto Di Rienzo, per 39 anni alla guida dell’Itc Tosi a Busto, ha sempre avuto un atteggiamento molto severo verso queste iniziative:
« Il meccanismo è molto semplice. La discoteca "ingaggia" tre o quattro studenti per ogni scuola i quali si affidano ad una propria rete interna di "vendita" dei biglietti. Ognuno guadagna una percentuale sui biglietti venduti. Così più uno vende più guadagna».
Ma la scuola come viene coinvolta?
« Vengono affisse le locandine che pubblicizzano l’evento come se fosse la festa della scuola. Così i ragazzi sono invogliati ad andare e i genitori sono tranquilli perchè l’evento è legato a un ambiente di cui si fidano. Queste feste, però, non sono mai organizzate dalla scuola e proprio sul legame tra discoteca e scuola si deve intervenire. Il preside deve vigilare e tutelare i propri studenti. I ragazzi di una scuola sono un target facilissimo da raggiungere con sistemi che, però, non sono molto corretti».
Evitare locandine e pubblicità può bastare?
« Sicuramente no. Oggi il passa parola è un veicolo estremamente fruttuoso e fermare questa comunicazione è impossibile. Ma l’istituzione non deve essere coinvolta in alcun modo ufficiale e ufficioso. I ragazzi e le famiglie devono sapere esattamente come stanno le cose».
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