La Polizia ci ha preso a manganellate
La testimonianza di uno studente che ha partecipato al corteo contro la riforma Gelmini. La mobilitazione generale del mondo universitario andrà avanti almeno fino al prossimo martedì
«Volevamo manifestare senza creare problemi, ma Polizia e carabinieri ci hanno
manganellato». È il racconto di uno dei ragazzi che oggi, giovedì 25 novembre, ha partecipato alla manifestazione di protesta contro la riforma della scuola e dell’Università voluta dal ministro Gelmini. Marco ha 19 anni, studia Scienze Politiche e da Busto Arsizio è andato a Milano, tornando con qualche manganellata ricevuta e la voglia di andare avanti a protestare contro una riforma che proprio non gli va giù. «La giornata era iniziata con un corteo di studenti delle scuole superiori e di qualche universitario – racconta Marco, aspirante giornalista -. Sempre sotto gli occhi di un ampio dispiegamento di forze dell’ordine, i ragazzi sono passati per le vie di Milano fino alla sede dell’Agenzia delle Entrate: qui sono saliti e hanno appeso un lungo striscione contro i tagli all’Università e alla scuola pubblica, scandendo cori come “Chiediamo più cultura, ci date la polizia: questa è lo vostra idea di democrazia”. Verso le 13.30 è partito un altro corteo di universitari: la polizia da subito ha dimostrato di non voler vedere gli studenti e i ricercatori sfilare e ha tentato di impedire lo svolgersi della manifestazione. Nonostante ciò siamo riusciti ad arrivare a Piola e da lì in piazzale Loreto, dove però la situazione è degenerata: la polizia ha cominciato a caricare, spingendo da dietro la folla di ragazzi che tentava di raggiungere la metropolitana per tornare verso il Politecnico. Qualcuno è rimasto ferito, altri sono stati fermati. Anche io ho preso manganellate e ho visto coi miei occhi un ragazzo vomitare due volte nel giro di cinque minuti per i colpi ricevuti». Gli studenti sono poi riusciti a tornare al Politecnico, dove sul tetto della facoltà di Fisica un gruppo di studenti e ricercatori ha raccontato quanto successo nel pomeriggio, annunciando di voler restare dove sono almeno per tutta la notte. La mobilitazione generale del mondo universitario andrà avanti almeno fino al prossimo martedì, giorno della votazione della riforma in Parlamento. Per lunedì prossimo è stata annunciata un’altra grande manifestazione studentesca.
manganellato». È il racconto di uno dei ragazzi che oggi, giovedì 25 novembre, ha partecipato alla manifestazione di protesta contro la riforma della scuola e dell’Università voluta dal ministro Gelmini. Marco ha 19 anni, studia Scienze Politiche e da Busto Arsizio è andato a Milano, tornando con qualche manganellata ricevuta e la voglia di andare avanti a protestare contro una riforma che proprio non gli va giù. «La giornata era iniziata con un corteo di studenti delle scuole superiori e di qualche universitario – racconta Marco, aspirante giornalista -. Sempre sotto gli occhi di un ampio dispiegamento di forze dell’ordine, i ragazzi sono passati per le vie di Milano fino alla sede dell’Agenzia delle Entrate: qui sono saliti e hanno appeso un lungo striscione contro i tagli all’Università e alla scuola pubblica, scandendo cori come “Chiediamo più cultura, ci date la polizia: questa è lo vostra idea di democrazia”. Verso le 13.30 è partito un altro corteo di universitari: la polizia da subito ha dimostrato di non voler vedere gli studenti e i ricercatori sfilare e ha tentato di impedire lo svolgersi della manifestazione. Nonostante ciò siamo riusciti ad arrivare a Piola e da lì in piazzale Loreto, dove però la situazione è degenerata: la polizia ha cominciato a caricare, spingendo da dietro la folla di ragazzi che tentava di raggiungere la metropolitana per tornare verso il Politecnico. Qualcuno è rimasto ferito, altri sono stati fermati. Anche io ho preso manganellate e ho visto coi miei occhi un ragazzo vomitare due volte nel giro di cinque minuti per i colpi ricevuti». Gli studenti sono poi riusciti a tornare al Politecnico, dove sul tetto della facoltà di Fisica un gruppo di studenti e ricercatori ha raccontato quanto successo nel pomeriggio, annunciando di voler restare dove sono almeno per tutta la notte. La mobilitazione generale del mondo universitario andrà avanti almeno fino al prossimo martedì, giorno della votazione della riforma in Parlamento. Per lunedì prossimo è stata annunciata un’altra grande manifestazione studentesca.TAG ARTICOLO
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