Recalcati: “La squadra c’è, sosteniamo la società”
Il coach della Cimberio e Jack Galanda ringraziano tutta la squadra, staff medico compreso, per il lavoro in una settimana difficile. «Ci siamo allenati in 5, grazie a tutti quelli che hanno deciso di esserci»
E’ finita 73 a 60 con Goss, Thomas e Slay sugli scudi con 45 punti. Carlo Recalcati (foto di S. Raso) elogia la squadra, con un’attenzione particolare a quelli che non giocano, nessuno escluso. «Contro Brindisi abbiamo fatto bene – dice il coach della Cimberio -. Era una partita difficile perché Brindisi vale più della classifica che ha. Noi veniamo da una settimana difficile e questa è una vittoria del nostro staff medico che ha permesso con il suo lavoro di andare in campo». C’è un debito di riconoscenza evidente nelle parole di Recalcati. «Quelli che stanno in vetrina li riconoscete da soli, l’importante è che voi sappiate che questo è un gruppo che lavora, con giocatori e non giocatori che sono altrettanto importanti».
Jack Galanda è sulla stessa lunghezza d’onda di Recalcati. «Questa settimana abbiamo fatto allenamento in cinque a causa degli acciacchi. Io ringrazio kangur, Fajardo e Cotani perché hanno voluto esserci dando un gradissimo contributo. Eravamo molto carichi nelle gambe e questo ci ha consentito di prendere parecchi rimbalzi, soprattutto Slay. Abbiamo giocato una partita molto fisica contro una squadra pericolosa. I nostri esterni sono stati bravi . Stiamo crescendo questa gara è stato un segnale positivo, di grande mentalità».
La Cimberio ci ha messo qualche minuto a registrarsi. «Abbiamo sofferto tre o quattro rimbalzi offensivi all’inizio – spiega Recalcati – concedendo spazio ai loro tiratori. Con il passare dei minuti li abbiamo messi sotto pressione con la difesa e l’attacco. La difesa a zona ha dato la svolta alla partita perché ci ha permesso di tenere in campo insieme Galanda e Slay ed essere competitivi con i loro lunghi».
La squadra, insomma c’è, ora bisogna aiutare la società a crescere. «Dovevamo vincerla questa partita – conclude il coach della Cimberio – per legittimare le altre due vittorie che ci teniamo strette e possono servire quando facciamo i conti finali. Per alcuni giocatori c’è una soddisfazione morale. La squadra sta trovando una sua identità e credo che più facciamo in fretta a trovarla, e meglio è. Ci mettiamo il nostro impegno a vincere le partite e a giocare una pallacanestro fatta di dedizione e agonismo, magari anche di errori, come nei primi dieci minuti, della partita con Brindisi. Dobbiamo sperare che con i nostri risultati la società possa acquisire più sponsor e più consorziati, ma questa per noi è una motivazione, non un peso».
Giovanni Perdichizzi, coach dell’Enel Brindisi, ha sempre qualche ricordo amaro quando viene a Varese. L’ultimo risaliva a due anni fa in A2, quando venne superato da un canestro di Childress a tempo scaduto. «Penso che stasera la nostra discontinuità sia stata decisiva nella vittoria di Varese, nonostante un buon inizio. Poi la Cimberio ha fatto emergere i nostri difetti: abbiamo tanti giocatori da inserire e negli automatismi soffriamo. Su un campo come questo e nel momento attuale, dove Varese gioca con grande energia, è difficile vincere. Va dato atto alla Cimberio di avere giocato una partita determinata. Noi abbiamo tanto lavoro da fare: dobbiamo inserire Tourè e Pugi e coinvolgere di più i nostri terminali di gioco: Dixo e Roberson, in particolare. Abbiamo bisogno di stare assieme, perché solo il lavoro di gruppo ci puo’ aiutare».
La panchina è sembrata poco determinante negli equilibri di gioco di Brindisi. «Chi viene dalla panchina – conclude Perdichizzi – deve abituarsi a dare le piccole cose che sono utili alla squadra come recuperi, contropiede, rimbalzi. La nostra panchina migliorerà anche dal punto di vista numerico. Noi cinque stranieri li abbiamo, mancano gli italiani. Convincerli a venire a giocare a Brindisi non è facile, devi spiegargli che non possono fare ogni giorno avanti e indietro da Milano».
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