Esplode la cassa integrazione nelle piccole imprese
Il rapporto è stato presentato da Sergio Moia, della segreteria provinciale della Cisl, durante il direttivo dei metalmeccanici. «Quasi 5 mila posti di lavoro persi, altri 1500 a rischio»
In provincia di Varese esplode la domanda di cassa integrazione (Cig) da parte delle piccole imprese. Il rapporto sulla Cig in deroga (quella che viene concessa alle aziende che hanno fino a 15 dipendenti) e la mobilità, presentato da Sergio Moia, della segreteria provinciale della Cisl, è allarmante: da gennaio 2009 a luglio 2010 le domande totali sono state 2.133 (1.044 nel 2009 e 1.089 nel 2010) e le ore di cassa integrazione richieste ammontano a 7.565.891 (di cui 3.828.285 nel 2009 e 3.737.606 nel 2010). Il mese orribile è stato marzo 2010 con 234 domande per un totale di 832.439 ore di cassa integrazione. E se subito dopo le richieste sono iniziate a scendere, negli ultimi mesi hanno ricominciato a salire in modo preoccupante: 348.771 ore a novembre contro le 152.523 di agosto. Le aziende del Varesotto coinvolte nelle procedure di richiesta sono 1.248, per un totale di 6.844 lavoratori (58 % maschi 42 % femmine). E ancora: 123 sono quelle che hanno richiesto la cig una sola volta (per un periodo massimo di 6 mesi) e 622 quelle che l’hanno richiesta più volte.
I lavoratori collocati in mobilità, cioè licenziati, tra gennaio e settembre di quest’anno sono 4.901, ma a rischio nel breve periodo ce ne sono altri 1.500. Numeri che mettono in luce gli effetti di una crisi economica tutt’altro che finita. «Non tutte le crisi sono uguali – spiega Moia -. Se la crisi del 1992 ha dato vita alla ristrutturazione della grande impresa, questa ha colpito soprattutto le piccole e micro imprese, dove i licenziamenti sono più che raddoppiati. Inoltre, sono pochissime le aziende che accedono contemporaneamente alla cassa integrazione in deroga e alla mobilità».
(foto sopra, da sinistra Sergio Moia e Mario Ballante segretario della Fim Cisl)
Se si dividono le richieste di ammortizzatori sociali per fasce geografiche, il Gallaratese fa la parte del leone con oltre duecento aziende interessate. Segue Somma Lombardo, Saronno, Varese e Castellanza (Nella tabella a fianco il dettaglio per distretto, numero di aziende, lavoratori, ore e variazione percentuale).
I settori più colpiti sono: il tessile (204), il terziario (229), il metalmeccanico (278) e le costruzioni (110). Il totale delle ore di cig richieste dall’industria ammonta a 5.170.558. Un’ulteriore dato di preoccupazione è dovuto al fatto che alcune aziende di medie dimensioni, quindi con più di 15 dipendenti, hanno terminato le ore di cassa integrazione e chiedono quella in deroga, riducendo così i fondi a disposizione delle piccole imprese.
Un primo passo da fare in questa fase, secondo i sindacati, è intervenire sulla formazione, rendendolo uno strumento realmente utile sia per le imprese che per i lavoratori, considerazione tutt’altro che scontata alla luce di quanto avviene nella realtà. «Le politiche attive sul lavoro non esistono solo per i disoccupati – conclude Moia – ma sono indispensabili sia per le aziende che per i lavoratori in cassa integrazione, i quali se non fanno formazione non possono avere l’indennità prevista dalla legge».
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