Omicidio Sporchia, ergastolo a Daniela e 20 anni al figlio

Sentenze pesanti per gli autori dell'omicidio di Pino Sporchia e del tentato omicidio della moglie. Accolte le richieste del pm per madre e figlio mentre a Luca Modena il giudice ha dato 16 anni di carcere

Fine pena mai. La sentenza di primo grado perl’omicidio di Giuseppe Sporchia e il tentato omicidio di sua moglie Bambina Berra giunge nell’aula Alessandrini del tribunale di Busto Arsizio come un macigno sulla testa di Daniela Craici (a sin. nella foto). Per lei il Giudice per l’udienza preliminare Alessandro Chionna (foto a destra) ha deciso l’ergastolo per aver premeditato, con l’aggravante dei futili motivi, e messo in atto con spaventosa lucidità quello che doveva essere, in realtà, un duplice omicidio. Il giudice ha comminato la pena di 20 anni al figlio di Daniela, Cristian Palatella, e 16 a Luca Modena, l’amico di Cristian che ha dato manforte ai due. La sentenza accoglie, sostanzialmente, le richieste dell’accusa rappresentata dal pubblico ministero Silvia Isidori.

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Ultimo saluto per Pino Sporchia 4 di 11

Tutti e tre la sera del 27 settembre 2009 entrarono armati di asce e bastoni nella villetta di via Novara a Borsano dove si compì una vera e propria mattanza. A terra rimase Giuseppe Sporchia, detto Pino, capo della Protezione Civile di Turbigo e gravemente ferita la moglie, Bambina Berra, che finse la morte salvandosi dal colpo di grazia da parte dei tre. Il movente dell’omicidio fu l’odio che Daniela Craici provava per la coppia, genitori del suo compagno di allora Daniele Sporchia, ritenuta l’ostacolo principale alla loro relazione che stava per concludersi con una separazione.

Il giudice non ha accolto, per Daniela e il figlio Cristian, le richieste della difesa rappresentata dall’avvocato Roberto Donetti che aveva chiesto una condanna di 30 anni per lei e l’esclusione della premeditazione per lui: «Una sentenza dura per questo ricorreremo in appello» – ha detto Donetti a margine della lettura del dispositivo di sentenza. Anche Francesca Cramis, difensore di Luca Modena, ricorrerà in appello: «Luca è stato trascinato in una situazione che non voleva – ha detto l’avvocato – solo 4 anni di differenza tra la sua pena e quella di Cristian è troppo poco». Per Cristian, inoltre, è stata decisa anche la libertà vigilata per altri cinque anni dopo la conclusione della pena in quanto è stato giudicato un soggetto pericoloso capace di azioni vendicative nei confronti dei familiari delle vittime.

Daniele Sporchia è uscito dall’aula con il pugno stretto in segno di esultanza verso i parenti presenti nel corridoio del tribunale: «Questa volta la giustizia ha funzionato, non posso dire niente di più». Questo il suo commento a caldo. I parenti dei coniugi Sporchia hanno mantenuto la calma quando hanno visto uscire gli imputati e solo uno di loro ha urlato «Buttate via la chiave». Daniela è uscita sorridendo, seguita dal figlio Cristian (foto a sinistra) che si è anche voltato, mentre veniva portato via dagli agenti penitenziari, sfoggiando anch’egli un sorriso di sfida nei confronti dei parenti. L’unico a non sorridere era Luca Modena, visibilmente frastornato dai flash dei fotografi. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 60 giorni.

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Pubblicato il 16 Dicembre 2010
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