Radio Padania denunciata. Anche per una telefonata da Gallarate
Due i frammenti di trasmissione portati all'attenzione della magistratura: in un caso per le frasi di un conduttore, nell'altro per un "contributo" di un ascoltatore gallaratese
Quest’ultima telefonata – stando a quanto dichiarato dalla persona alla cornetta- viene da Gallarate: "Sono Pietro da Gallarate, ho militato nella Guardia Nazionale Padana per anni", si presenta infatti l’ascoltatore. E a seguire spiega di aver conosciuto bene, negli anni, i rom, considerato
un popolo formato da "mascalzoni, ladri, con l’omicidio e violenza nel DNA". Poi Pietro – sia questo il suo vero nome o magari un nom de plume ispirato ad un personaggio storico locale – spiega che la sua lunga militanza nella Guardia Padana gli ha permesso di capire che "il popolo padano è formato in massima parte da vigliacchi, conigli". Autocritica? Sì, perchè la reazione contro il popolo rom è sempre troppo limitata: "telefoniamo a Radio Padania, facciamo proclami ma di concreto non facciamo nulla". Cosa sia quel concreto che non si fa, non lo possiamo sapere. Il frammento sonoro presente in rete – e allegato alla denuncia – s’interrompe qui. Nell’altro frammento due conduttori, nello spazio del Movimento Studentesco Padano, commentano le manifestazioni studentesche invitando i poliziotti a picchiare i "barboni dei centri sociali", "quei bastardi", e gli studenti, "zecche, diversamente parassiti": "spaccate un po’ di ossa, vogliamo sentire il crac delle ossa". Parlano delle manifestazioni come di "fatti che neanche in Burundi" e condiscono il tutto con bu-bu come nei cori da stadio contro i giocatori di colore. Naturalmente, mettono anche le mani avanti: "mi dissocio da quello che sto dicendo, ma lo dico lo stesso".
Saranno le autorità giudiziarie a decidere se c’è o meno reato in quelle parole, ma nel vuoto politico-istituzionale che stiamo paurosamente vivendo, ho sentito il dovere di impegnarmi, di attivarmi".
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