Rubò 15 mila litri di benzina ad Agesp, condannato a 2 anni
Due assoluzioni e una condanna per la truffa ai danni della multiservizi di Busto Arsizio messa in atto da Angelo Paoliello, unico condannato, il quale dovrà risarcire 20 mila euro all'azienda
Si è conclusa con due assoluzioni e una condanna il processo a carico di Angelo e Vito Paoliello insieme a Livio Valletta in merito all’accusa di truffa ai danni di Agesp per l’utilizzo indebito di una fuel card (carta per il pieno di benzina in dotazione ai dipendenti della società multiservizi) trovata in un distributore di benzina.
I tre vennero arrestati nell’aprile di quest’anno dopo la denuncia di Agesp per un uso improprio di una tessera carburante e per la scomparsa di una di queste tessere. La condanna, alla fine, è arrivata solo per Angelo Paoliello, figlio di Vito, il quale aveva confessato di essere stato lui a trovare e utilizzare in maniera smodata la card per un totale di 15 mila litri di benzina finiti, a spese di Agesp, nei serbatoi della propria auto e in quelli dell’auto del padre, dell’amico e di molti altri conoscenti della cerchia di Angelo Paoliello. Per lui il giudice Alessandro Chionna ha comminato una pena di 2 anni di reclusione senza condizionale, visti i precedenti e il risarcimento di circa 20 mila euro ad Agesp. Il pubblico ministero Valentina Margio aveva chiesto 3 anni per Angelo Paoliello, 2 anni e 2 mesi per il padre e 2 anni per Livio Valletta.
LA VICENDA – Angelo Paoliello ha sempre dichiarato di aver trovato la fuel card ad un distributore e con quell, a partire dal settembre 2009, ha cominciato ad effettuare pieni alla sua auto coinvolgendo, poco dopo, anche il padre e l’amico. I tre inizialmente effettuavano pieni di benzina lontani da Busto (alcuni sono stati accertati in Toscana, Calabria e Sicilia). Da dicembre 2009, in seguito alla denuncia da parte del legale di Agesp Vittorio Celiento, sono partite le indagini di Procura e Fiamme Gialle anche grazie all’ausilio delle telecamere dei distributori di benzina. Ad un certo punto, infatti, la truffa era sembrata così perfetta ai tre che avevano deciso di usare la Fuel Card in maniera molto disinvolta anche a Busto approfittando delle ore serali a ridosso della chiusura per effettuare i rifornimenti.
Dalle immagini di alcuni distributori, visionate dall Guardia di Finanza, era evidente come si formassero veri e propri caroselli di vetture che entravano nel distributore e, una dietro l’altra, venivano rifornite di benzina anche tre auto alla volta. La progressione delle indagini è riuscita a provare anche i rifornimenti effettuati prima della denuncia (quelli tra settembre e dicembre) grazie al lavoro degli uomini alle dipendenze del Capitano Diego Serra. Furono anche sequestrate due auto, una Mercedes ed una Porsche, che potevano andare a ripagare i danni subiti da Agesp ma, come è stato verificato in seguito, appartenevano a società di leasing..
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