Apoteosi Varese: tre schiaffi anche al Torino

Tutto esaurito a Masnago dove Frara, Dos Santos e l'ultimo arrivato Concas demoliscono i granata: biacorossi sempre quarti ma in rimonta sulle battistrada

Apoteosi. L’unica parola che ci rimbalza in testa dopo una partita come quella vista a Masnago è questa: Varese tre, Torino zero, Varese dominante, Torino accasciato al suolo. Ed è tutto vero, tutto imprevedibile fino a un anno fa (figuriamoci due…), tutto accaduto e già riposto nell’archivio dei ricordi più belli per chi sta seguendo la favola sportiva dei biancorossi. Una favola che continua ad aggiungere capitoli e che si arricchisce anche di “sotto-fiabe” incredibili, come quella dei tre goleador di giornata: Frara, lanciato al posto di Buzzegoli, segna l’1-0, Claiton che è qui dai tempi dei dilettanti fa il bis e addirittura Concas che va in rete al primo pallone toccato in Serie B.
Ma non solo: il tabellino per esempio non racconta di come hanno giocato Zecchin e Carrozza, le ali del Varese in tutti i sensi, i migliori in campo senza alcun dubbio. Né di Pesoli che riduce in poltiglia la prova del celebrato Rolando Bianchi, il quale tocca palla solo quando commette fallo sulla diga della difesa varesina. Il 3-0 però racconta perfettamente l’andamento della gara, con il Toro mai in partita e il Varese che ha preso coraggio minuto dopo minuto, azione dopo azione, e che adesso consolida il quarto posto in classifica e addirittura accorcia le distanze su Novara e Atalanta, fermate sul pareggio. Sabato prossimo si va a far visita proprio ai bergamaschi in un altro incontro di primissimo piano: sarà tutto da godere.
 
COLPO D’OCCHIO – Pieno, pienissimo, come forse non accadeva da un Varese-Samp ai tempi di Fascetti: il “Franco Ossola” si presenta così ai 22 in campo per ospitare la partita più attesa in quest’anno di Serie B. Bello il prepartita sul campetto in sintetico, con le scuole calcio di Varese e Torino che giocano e si divertono insieme. Nessun problema di ordine agli ingessi (qualche petardo, un po’ di cori e nulla più) anche se l’affluenza è risultata piuttosto congestionata nel settore distinti.
 
CALCIO D’INIZIO – Tutto confermato l’undici iniziale di Sannino che ritrova Neto e Zecchin, affida le chiavi del centrocampo a Frara e la fascia di capitano a Pisano. Lerda, sul fronte opposto, decide l’ultimo ballottaggio a favore di D’Ambrosio (fuori Pratali) e conferma Stevanovic tenendo Belingheri in panchina. I due nuovi acquisti sono tra le riserve: Concas da una parte, Budel dall’altra.
 
IL PRIMO TEMPO – Cerca subito di coinvolgere Neto il Varese dei primi minuti: nulla di che, ma è il segnale dell’importanza del brasiliano nel complesso di Sannino. Di occasioni non se ne vedono per 10’ e la prima non è tale: passaggio profondo di Garofalo che si trasforma in un tiro (da lontanissimo) che Zappino blocca con un po’ di sorpresa. Ben diverso è l’intervento del 13’ quando Sgrigna prova il gran tiro dalla distanza e il portiere risponde con un tuffo difficile a mettere in angolo. Lo stesso fantasista ospite ci riprova dopo una sventurata uscita di Zappino, ma il suo pallonetto si perde come il tiraccio di Ebagua poco dopo. Per Sannino non mancano i grattacapi, con Neto che al 20’ esce in barella tenendosi il ginocchio appena operato. Proprio lui è l’autore della prima cosa bella dalle parti di Bassi: magia tra punta e tacco a liberare il cross di Pugliese ribattuto in angolo. Una magia che risveglia una partita fino a lì deludente: poco dopo è Ebagua a servire l’accorrente Corti a mezza altezza ma il colpo di testa è centrale e preda del portiere del Toro. Giulio ci prova a sua volta al 32’, ma la girata di tempia non è efficace. Frara, anonimo all’inizio, prende coraggio dopo un paio di passaggi azzeccati e testa i riflessi di Bassi con un destro teso e leggermente deviato che non inganna l’estremo difensore. E’ la prova generale del tiro che fa impazzire gli ottomila di Masnago quando scocca il 45’; tutto nasce da un dribbling di Carrozza: la palla viene poi ben protetta da Ebagua e soprattutto Zecchin che in un’azione da rugby “riapre” all’indietro per Frara. Il suo tiro è un proiettile telecomandato che fa secco Bassi e l’intera curva colorata di granata: 1-0 e tutti negli spogliatoi.
 
LA RIPRESA – Nemmeno il tempo di ripartire ed è ancora il Varese a fare festa per il raddoppio, al 2’. A gonfiare la rete è una gran capocciata di Claiton Dos Santos che arriva a razzo (foto di S. Raso) su una punizione perfetta da sinistra calciata da Zecchin su cui Bassi non esce tradito anche dai compagni di reparto. Passano altri 5’ e solo il palo dice di no al terzo gol biancorosso, ispirato ancora da una punizione flash di Zecchin che raggiunge Carrozza; l’ala tocca un diagonale delicato che sorprende il portiere ma incoccia la base del montante di destra.
Per rivedere gli ospiti nell’area biancorossa bisogna attendere un colpo di testa alto di Ogbonna al 18’ mentre poco dopo l’arbitro caccia dalla panchina mister Sannino (è la prima volta quest’anno) che si lamentava dopo una pedata al volto subita da Carrozza per un intervento fuori tempo di D’Ambrosio, ammonito. L’allenatore esce dal recinto e sale sul tettuccio a fianco della tribuna per vedere la partita e dirigere la squadra a distanza.
Prima della mezz’ora Lerda si gioca tutto, inserendo l’ex Gasbarroni e la novità Budel, uomini di provato talento; la palla del ko è però ancora del Varese al 33’, quando Zecchin lancia in velocità Carrozza il quale stavolta si fa respingere il tiro da Bassi nell’uno contro uno. Nel Varese c’è l’esordio di Concas e succede un mezzo miracolo perché l’ex ternano segna immediatamente, lanciato in profondità da un Carrozza (dopo una palla persa da fucilazione di Budel) che dire indemoniato è poco: 3-0.
Al Torino saltano anche i nervi e l’ennesimo fallo di De Vezze, già ammonito, gli vale il secondo cartellino giallo. Gli ospiti non ci sono più, Pisano ne semina tre sulla fascia, Osuji (entrato per un gigantesco Zecchin) slalomeggia e guadagna una punizione pericolosa che però non punge. Entra anche Nadarevic, giusta passerella per Carrozza che serve a riscaldare uno stadio in cui ormai nessuno sta più nella pelle. Sugli spalti si balla, si canta, si applaude, si sogna: è una festa vera, come veri sono il risultato e la classifica di questo Varese. Da apoteosi.
 

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Pubblicato il 15 Gennaio 2011
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