Caianiello e le elezioni. “Il sindaco? Sarà del PdL”

Il grande tessitore del centrodestra conferma la linea: sì al dialogo con la Lega ma con un punto fermo. all'orizzonte anche l'alleanza con le liste autonome di Cosco e Mucci

Il candidato sindaco? «Non vedo perché non debba essere del Pdl». La Lega? «Deciderà Bossi su Gallarate». Futuro e Libertà? «Li abbiamo invitati più volte, hanno sempre declinato». È un fiume in piena, Nino Caianiello. A Gallarate c’è già aria di elezioni e il leader del PdL, che è in campo da vent’anni e governa con mano ferma il timone del centrodestra, sembra quasi entusiasta di muoversi su un mare agitato. Fatto di tante liste, di uno scenario nazionale fluttuante, di polemiche forte con gli alleati-concorrenti della Lega e con i finiani.

Il Pdl è passato dalle forche caudine di fine anno, dal rimpasto di giunta obbligato dalla dipartita di Nicola Mucci per Sondri, e oggi più che mai punta su uno slogan: «Rinnovamento nella continuità, la svolta continua», spiega il capogruppo Alessandro Petrone, illustrando i 5 punti programmatici del PdL. Attenzione alla famiglia e alle persone, qualità di vita, «scelte ecologiste e attenzione all’ambiente». Ma anche « cultura e bellezza» e attenzione alla sicurezza, con un nuovo patto con i cittadini, spiega ancora Petrone. «I nuovi cittadini dovranno dimostrare di meritarsi i servizi pubblici».

Ma il vero campo è quello delle alleanze, delle strategie, della competizione con la Lega e di quella con il centrosinistra. Martedì si riparte con una nuova convention prelettorale, a cui sono stati invitati anche Lega e Udc. Ma si profilano anche nuove liste civiche: ci sarà probabilmente quella di Salvatore Cosco, ma quella di Nicola Mucci, oltre alle liste di microformazioni nazionali, come quelle che fanno capo a Francesco Pionati e a Magdi Allam. E Futuro e Libertà? «Li abbiamo invitati più volte, hanno declinato gli inviti. Leggiamo i loro proclami sui giornali, che rispetto, ma non condivido e non commento. Si commentano da soli». Per quanto riguarda la Lega, il grande tessitore del PdL si aspetta una decisione che venga da fuori città: «Da parte nostra nessuna controindicazione alla Lega, sono loro a dire che devono aspettare la parole di Umberto Bossi».
 

Ma il candidato sarà del PdL, nessuno spazio alla Lega? «Non vedo perchè non debba esserlo. Noi non smentiamo la nostra buona amministrazione. Penso che il contributo della Lega non è sfasciare, dovrebbe essere un elemento in più, uno spunto per rendere più efficiente l’amministrazione». E l’idea di un “papa straniero”, di una figura dallo società civile? «Se pescassimo dalla società civile sarebbe come abdicare a quanto fatto in questi anni», dice Caianiello. Una frase che è anche una velata critica al centrosinistra, che sta aggregando la coalizione intorno ad un candidato di lista civica, Edoardo Guenzani (proprio alla lista civica di Guenzani Caianiello ha riservato il passaggio più polemico). Candidato del PdL, dunque. Sarà Massimo Bossi? L’uomo forte del PdL gallaratese si attiene alla linea già individuata: «Bossi è il candidato in pectore, ma abbiamo sempre una rosa di nomi. Non vogliamo imporre nessun nome». Il dialogo con gli altri partiti si fa sui nomi del PdL. Bosso o altri, da Donato Lozito a Isabella Peroni, passando per l’ex vicesindaco Paolo Caravati. E lui, Nino, di candida? «Sono tentato, me l’hanno chiesto, ma non vorrei concentrare troppe preferenze…»

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Pubblicato il 28 Gennaio 2011
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