Ferrazzi contro il Pdl: “Siamo l’alternativa”
Il leader dei finiani parla di "dialogo impossibile" e di "regole imposte". E apre alla Lega e alle liste civiche: "il carroccio per anni è stato critico con Caianiello e Mucci"
Il dialogo tra Futuro e Libertà è "oggi impossibile". La Lega è un possibile interlocutore, "del resto per anni il carroccio è stato poco tenero con Caianiello e Mucci". Luca Daniel Ferrazzi -leader gallaratese e provinciale del nuovo partito – ha delineato uno scenario che sembra lasciare pochi margini di trattativa tra finiani e Pdl. "Non possiamo accettare un dialogo se ci sono delle regole imposte" spiega Ferrazzi, nella serata in cui per la prima volta gli ex An confluiti in Futuro e Libertà affrontano il nodo delle elezioni.
Il punto di partenza è proprio lo scontro con il PdL: "Da parte nostra c’è una disponibilità a confrontarsi con chiunque voglia portare avanti un progetto serio, partendo da alcuni elementi fondamentali". Ad oggi però "il dialogo è impossibile perchè non possiamo accettare le regole
imposte dal Pdl". Ferrazzi insiste su un punto in particolare: esiste una specificità in negativo del Pdl gallaratese che rende difficile il dialogo e che va anche oltre le differenze politiche emerse a Roma: "A Gallarate si è superato ogni limite di sopportazione. In tanti si lamentono, ma fino ad oggi non c’era una proposta politica. Oggi invece una proposta esiste. Si pongono questioni macroscopiche, che riguardano anche l’etica politica. E certo non si può allargare la coalizione imponendo condizioni".
Una delle questioni è emersa con forza proprio nei giorni scorsi ed è stata – è evidente a tutti – la sostituzione di Franco Liccati alla guida di 3SG, la società partecipata dal Comune. "La cacciata di Franco Liccati è stata spiegata dicendo che non era in linea con l’amministrazione. Ci chiediamo – attacca Ferrazzi – se questa linea richiede agli amministratori il fallimento delle aziende, visto che a Gallarate ci sono presidenti assunti come direttori generali dopo aver portato debiti strutturali alle aziende, come è accaduto ad Amsc". E sulla disinvoltura con cui si è affrontato il rimpasto di giunta e il rinnovo delle cariche delle partecipate Ferrazzi aggiunge che il livello minimo è "il rispetto delle leggi proposte e votate dallo stsso Pdl: non si può chiedere solo che le rispettino gli altri". Fli si pone come alternativa al "sultanato gallaratese", con riferimento al decisionismo politico di Nino Caianiello.
Porta chiusa al PdL, dunque, almeno per come si pone ora. Il dialogo è aperto anche alle altre forze di centrodestra, Lega compresa? "Ci confronteremo anche con la Lega, che per anni è stata poco tenera verso il mullah (il soprannome di Nino Caianiello, ndr) e con Mucci. Ribadiamo la nostra disponibilità ad un dialogo forte: chiunque ha voglia di condividere un progetto alternativo è un possibile interlocutore, anche il mondo delle liste civiche e di singole personalità". Ad esempio Raimondo Fassa, di cui si ipotizza il ritorno con una lista di Unione Italiana? "Può essere un interlocutore interessante. Oggi si apre un percorso, credo che per metà febbraio arriveremo ad una decisione definitiva".
Ferrazzi, infine, è duro anche con gli ex An confluiti nel Pdl, che attaccano i finiani dipingendoli come ormai vicini al centrosinistra: "è solo un tentativo di giustificazione delle proprie scelte. Rispondano a questioni precise: con che soldi si pensa di sostenere il Maga in futuro? Come si possono gestire i tagli di bilancio? Come si può gestire le perdite di Amsc?". Le accuse di essere di sinistra, qui, non le prendono bene, visto che tutti vengono dalle fila di An, qualcuno già dall’Msi. "Votare insieme all’opposizione di centrosinistra in parlamento non significa essere di sinistra. E certo non ho bisogno di rispondere a parole se mi chiedono se sono di destra"
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