In fiamme il chiosco del presidente di “Sos racket e usura”
Frediano Manzi, protagonista della lotta al racket delle estorsioni e dell'usura, è ancora al centro di intimidazioni e avvertimenti in stile mafioso. Questa volta gli hanno bruciato il negozio di fiori vicino al cimitero
Continuano le minacce e le intimidazioni a Frediano Manzi, presidente e fondatore dell’associazione antiracket "Sos racket e usura". Questa volta l’avvertimento mafioso è arrivato con il fuoco che ha distrutto il suo chiosco di fiori all’esterno del cimitero di Parabiago nella notte tra sabato e domenica. La struttura è andata completamente distrutta. Nel settembre del 2009 quello stesso chiosco era stato bersaglio di 7 colpi di arma da fuoco e a solo tre settimane fa risale l’ultima telefonata minatoria al suo negozio che "ordinava" una corona di fiori per lui. Su questo nuovo e inquietante episodio indagano i carabinieri di Legnano.
L’attività di Frediano Manzi è nota a molti. Da quasi vent’anni dirige l’associazione antiracket e il suo nome compare in tutte le campagne di sensibilizzazione sul problema delle infiltrazioni mafiose in Lombardia e, in particolare, nell’Alto Milanese. Ma non solo perchè Manzi, qualche giorno fa, era andato alla Procura di Como per denunciare un’organizzazione criminale dedita all’estorsione nei confronti di una trentina di imprenditori. Da ricordare infine lo sciopero della fame messo in atto a novembre dello scorso anno per ottenere modifiche alla legge sull’usura che favorisse l’accesso al fondo antiracket. Attestati di solidarietà a Manzi stanno arrivando da tutte le parti politiche. Tra questi il responsabile del forum sicurezza del Pd Nedo Fiano che ha espresso la sua preoccupazione per l’atto intimidatorio e ha invitato i responsabili della sicurezza a fare piena luce sull’episodio e ad attivare la più alta protezione possibile per Manzi.
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