A piedi a Malpensa per chiedere un dialogo sulla terza pista

In marcia solitaria da Somma Lombardo all’aeroporto di Malpensa: martedì mattina Jimmy Pasin, consigliere comunale della cittadina, ha messo in atto il suo gesto dimostrativo e silenzioso per chiedere una discussione aperta sulla terza pista. Senza bandiere né cartelli, in vestito scuro ha camminato fino al Terminal 2 e di lì al Terminal 1. «Andata e ritorno, poco più di 20 km…. la mezza maratona della fame» scherza Pasin, che ha unito alla marcia un digiuno di un giorno. «Io non voglio che si prenda per forza una posizione, voglio che si discuta apertamente: non teniamo il tema solo nelle segrete stanze» dice ancora Pasin. Che da sommese non può che rivolgersi anche al sindaco del suo Comune, uno dei tanti sindaci chiamati dalle associazioni ad esprimersi sulla terza pista, l’ultima volta pochi giorni fa. Pasin è partito dalla piazza lungo il Sempione ed è sceso verso l’aeroporto passando dal cimitero, da via Giusti e dalla frazione di Case Nuove, uno dei luoghi dove le famiglie sono state delocalizzate.

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La “marcia” su Malpensa 4 di 6

A dire il vero Pasin, nella sua singolare forma di protesta, non era proprio solo: anche da Lonate Pozzolo infatti è partito un gruppetto di “camminatori”, con Walter Girardi, un’altra amica del comitato Viva Via Gaggio, il presidente di Legambiente Busto Andrea Barcucci: «Jimmy e noi abbiamo scelto la giornata di oggi perché a Malpensa si discute del contratto di programma tra Enac e Sea, che prevede anche la terza pista. E noi su questo vorremmo chiedere a Sea un confronto vero con il territorio». Gli oppositori della terza pista hanno idee diverse da quelle dell’azienda che gestisce lo scalo: «Ma non siamo contro tutte le opere, solo contro la terza pista. Nel contratto ci sono opere importanti, compresa la ferrovia tra Terminal 1 e Terminal 2»

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Pubblicato il 08 Febbraio 2011