Case “sociali”, Aler e Comune ci credono

Firmato un protocollo d'intesa per nuove edilizia residenziale per redditi medio-bassi: se i privati ci crederanno, saranno realizzate nella zona tra Madonna in Campagna e Arnate

 L’Aler e il Comune di Gallarate sono pronte a cercare costruttori interessati a realizzare le nuove case di edilizia residenziale sociale, a prezzi contenuti, orientati soprattutto alle giovani coppie e famiglie. Le palazzine sorgeranno, in futuro, nella zona tra via Aleardi e via Forze Armate, al confine tra Madonna in Campagna e Arnate, sue due terreni messi a disposizione dal Comune, per complessivi 15830 mq, dove precedentemente erano previste aree sportive (che saranno spostate in altre zone a sud).
Il progetto è legato ad un protocollo d’intesa tra Aler e Comune, presentato giovedì mattina a Palazzo Broletto dal presidente di Aler Paolo Galli e dal vicesindaco Massimo Bossi. L’obbiettivo è "promuovere la collaborazione tra i diversi soggetti" che si occupano del problema casa e creare "un sistema di social housing sostenibile dal punto di vista economico e finanziario". «Il protocollo indica una volontà ben precisa, una base da cui partire» ha spiegato Galli. In pratica: il Comune ci mette le aree, Aler e privati condividono l’impegno finanziario, in modo tale che la costruzione non sia solo a carico del privato. Per questo si cercano operatori edilizi e finanziari interessati a partecipare al progetto: in una seconda fase si passerà al bando e la valutazione del progetto. L’intervento potrebbe partire già nel 2012.

Le palazzine ospiteranno fino a 80 nuclei familiari e avranno al piano terra vari servizi. «Troveranno posto qui – spiega il vicesindaco Bossi – il Centro di aggregazione per anziani, lo sportello sanitario, lo sportello automatizzato di servizi comunali, l’ufficio postale per cui esiste l’interesse di Poste Italiane». L’area dei servizi, insieme ai giardinetti dedicati a Padre Pio, creerà una specie di piazza, uno spazio di ritrovo che nelle Social housing a Gallarateintenzioni potrebbe essere una sorta di centro per tutta la zona di grandi palazzi costruiti soprattutto in anni recenti tra Madonna in Campagna e Arnate. Scegliendo accuratamente i costruttori, Aler e amministrazione sperano di ridurre i costi fino a circa 1200 € al metro quadro. Le case sarebbero così rivolte a «quella zona grigia che non rientra nelle face di reddito ISE-ERP (quelle che danno accesso alle case popolari, ndr) ma fatica ad accedere al mercato normale». Traduzione: le case sarebbero in affitto a circa 350-400 euro rispetto alle medie di 700 euro del mercato. E nel tempo gli affittuari potrebbero acquistarle. Una bella scommessa: ora si deve trovare i costruttori disposti a crederci. L’alternativa, le case popolari tradizionali, non è secondo l’amministrazione credibile: «Non ci sono soldi a disposizione, per la costruzione ma soprattutto per mantenerle» ha spiegato il vicesindaco Bossi, ribadendo comunque la volontà di rinnovare le strutture più datate.

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Pubblicato il 25 Febbraio 2011
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