Faida nell’Idv, torna in campo l’ex capo
Aveva perso il congresso per un solo voto, il commissariamento ha colpito i suoi avversari interni: "Ma non ho capito perché ce l'abbiano con me". Lettera di una militante che sbatte la porta
«Ho messo in piedi io il partito a Varese, all’inizio eravamo solo in tre, si figuri, e l’ho portato fino al sette per cento, impegnandomi per battere Berlusconi, che è il nostro vero avversario, e non gli amici del partito».
Alessandro Milani (foto), commerciante, primo dei non eletti del centrosinistra in consiglio regionale, fondatore del partito di Di Pietro, torna ad essere la figura centrale dell’Italia dei valori dopo il commissariamento del partito, deciso dal segretario regionale, che colpisce principalmente la gestione dei suoi avversari, capeggiati dal segretario deposto, il 22enne Marco Bertoldo.
«Ma è’ normale che in città, per alcuni, sia rimasto un punto di riferimento – ribadisce Milani – sono tanti anni che mi impegno in maniera disinteressata». L’esponente dell’Idv, adesso si gode una vittoria politica determinata fors eanche dalla inesperienza politica dei suoi avversari interni.
Era stato battuto da un congresso provinciale nel 2010, per un solo voto. I suoi detrattori dicono che avrebbe perso più duramente se non vi fossero stati alcuni problemi nella registrazione dei votanti. Secondo i dipietristi ribelli l’ex capo non riconosceva la vittoria al congresso del giovane Bertoldo, e si comportava ancora come fosse il leader.
Tuttavia, nel gruppo dei sostenitori dell’ex segretario provinciale Bertoldo, nessuno parla e si rimanda ogni dichiarazione al commissario. Milani invece è più ecumenico invoca unità e maggiore serenità.
Arrivano intanto i primi scossoni. Annuncia le sue dimissioni dal partito la ex responsabile lavoro Gaia Angelo, che in sostanza accusa Milani di gerontocrazia: «Mi sarebbe piaciuto vedere Milani dare consigli a Bertoldo perchè è così che si fa – scrive in una letetra – Noi giovani abbiamo bisogno di consigli e lezioni, se no da soli non possiamo farcela. Milani si sarebbe potuto occupare di Varese se avesse accettato sportivamente la sconfitta ma così non è stato. Con grande rammarico me ne vado da questo partito nel quale credevo davvero..Questo non è un partito per giovani».
Oggi si è dimesso dal partito anche il tesoriere provinciale.
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