Il sindaco: “Siamo stati trasparenti, proteste solo a Cittiglio”
Giuseppe Galliani replica alle richieste di chiarimenti: “Non ci sono rischi poiché i controlli avvengono in continuazione sui camini”
L’unica “puzza” che il sindaco di Cittiglio, Giuseppe Galliani, sente uscire dal forno del cementificio è quella di campagna elettorale. Dopo la notizia della raccolta firme in paese di cittadini che chiedono informazioni su quanto verrà bruciato alla Colacem, il primo cittadino replica. «Guardi, abito a 500 metri in linea d’aria dal camino del cementificio. Non a Varese, o altrove, e sono tranquillo. Ho visto il volantino distribuito nei bar. L’ho letto. E ho subito notato una cosa: è anonimo, non è firmato, quindi la ritengo una formula un po’ scorretta. Entrando nel cuore della questione, poi, devo dire che le accuse sulla scarsa trasparenza in merito a quanto verrà bruciato alla Colacem sono prive di fondamento: la prova è che ne abbiamo discusso in un consiglio comunale, momento pubblico per definizione. Vedrà, vedrà che quando i nomi verranno fuori, salterà fuori anche una lista elettorale».
Il sindaco Galliani, che tra l’altro è anche al suo secondo mandato, entra pure nei dettagli tecnici della partita. «Esiste un ente deputato al controllo di ciò che respiriamo, che si chiama Arpa, Agenzia regionale per l’ambiente. Non credo che i soldi dei cittadini debbano andar spesi per affidare ad altri questa competenza». Il sindaco si riferisce alla richiesta da parte dell’opposizione di affidare ad un esperto uno studio sul possibile impatto della combustione di CDR sull’ambiente. Ma come viene controllato ciò che esce dalla Colacem? «Ci sono rilevatori sui camini che verificano ‘in continua’, 24 ore su 24, ciò che esce. Fino ad ora sono state bruciate 30.000 tonnellate annue di oli esausti, e non vi sono stati problemi. Oggi, con la combustione del CDR, la situazione migliorerà ulteriormente: non sono io a sostenerlo, ma i tecnici. Su questo tema sono state fatte conferenze di servizi con Arpa, Provincia e altri due comuni, Caravate e Gemonio dove, guardacaso, nessun cittadino è preoccupato per la salute: non mi risultano lamentele, né a Caravate, né a Gemonio».
Però la richiesta dei cittadini ad avere un consiglio aperto, o una riunione pubblica…
«Magari potremmo invitare l’Arpa e qualche associazione ambientalista per parlare della questione, ci sto pensando – dice Galliani. Sto valutando di realizzare un notiziario informativo che spieghi ai cittadini la questione. Su un punto voglio essere chiaro: bruciare il Cdr non produrrà veleni dal momento che le temperature a cui arriva il forno per la cottura della marna arrivano fino a 1.200 – 1.400 gradi, e quindi è scongiurato il rischio diossine».
Un’ultima domanda: quando comincerà l’azienda a bruciare Cdr? «È questione di mesi: l’azienda sta realizzando l’hangar per stoccare il combustibile».
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