In sciopero della fame contro la terza pista
Jimmy Pasin lo farà l'8 febbraio, nel giorno in cui a Malpensa si discute sul Contratto di servizio. "Progetti calati dall'alto, chi dovrebbe garantire il confronto non lo fa"
Sarà un gesto fatto in solitaria, quello di Jimmy Pasin: un giorno intero (l’8 febbraio) di sciopero della fame e in contemporanea un viaggio a piedi da Somma Lombardo fino all’aeroporto, per attrarre l’attenzione sul progetto della terza pista.
Pasin, architetto e consigliere comunale del Pd, si è fatto venire l’idea negli ultimi giorni, di fronte – dice – a "fatti pubblici e privati". Un amico che viene a chiedere cosa accadrà con la terza pista, il giornale del Comune che riporta solo la posizione pro-terza pista. E poi la comparsa sui giornali del "Contratto di Programma tra Sea e Enac", documento corposo che delinea "interventi pesanti su questo territorio, tra cui appunto la terza pista di Malpensa". Per questo ha deciso di mettersi in marcia, "da privato cittadino, più che da iscritto e consigliere comunale del Pd". La giornata dell’8 febbraio non è naturalmente scelta a caso: l’8 febbraio infatti è convocata la conferenza dei servizi a Malpensa, che discuterà del potenziamento infrastrutturale e delle tariffe aeroportuali. Un passaggio che moltissimi cittadini ignorano, così come fino a pochi giorni fa ben poco si era discusso del Contratto di Programma.
"Farò una giornata intera di sciopero della fame perchè si renda finalmente pubblica la questione, si facciano conoscere i progetti che vanno avanti. E nella stessa giornata andrò a piedi a Malpensa, dalla piazza del Comune a Somma Lombardo. Non è una manifestazione, ma un gesto solitario, sperando che porti ad una apertura delle amministrazioni pubbliche, perché comincino a divulgare i progetti, far capire cosa si sta facendo, fare assemblee pubbliche per illustrare le diverse posizioni".
"Farò una giornata intera di sciopero della fame perchè si renda finalmente pubblica la questione, si facciano conoscere i progetti che vanno avanti. E nella stessa giornata andrò a piedi a Malpensa, dalla piazza del Comune a Somma Lombardo. Non è una manifestazione, ma un gesto solitario, sperando che porti ad una apertura delle amministrazioni pubbliche, perché comincino a divulgare i progetti, far capire cosa si sta facendo, fare assemblee pubbliche per illustrare le diverse posizioni".
Pasin è molto critico sulla terza pista, ma con un approccio particolare, molto economico, attraverso l’analisi dei dati, compresi i costi delle infrastrutture (pagate da cittadini) esterne all’aeroporto. Anche all’interno del suo partito, il Pd, ha chiesto un dibattito più aperto sul tema di Malpensa. Da qualche mese cura -oltre ad un blog personale – anche una pagina Facebook, "Conoscendo Malpensa", in cui si portano dati – soprattutto economici – sul sistema aeroportuale ma anche sul territorio: "Al di là del rumore e dell’inquinamento degli aerei, si pensi solo quale è l’impatto sul traffico, sulle strade". E anche oggi punta il dito sull’aspetto economico: perché il Contratto di Programma non è un progetto definitivo (come ha precisato Sea), ma prevede l’aumento delle tariffe aeroportuali – che ricadranno anche sui viaggiatori e su chi opera in aeroporto – ed "è fatto prescindendo dalla Valutazione d’Impatto Ambientale sull’opera". Insomma, si va avanti dando per scontato che comunque la terza pista sia necessaria e sia compatibile con il territorio.
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