Case popolari, bando aperto fino al 30 giugno
La possibilità di accedere alle graduatorie per ottenere un alloggio di ediliza residenziale pubblica è stata prorogata fino al 30 giugno. Aumentati del 23% gli interventi nel sociale, cresce il disagio delle famiglie italiane
Il 21 febbraio scorso è stato pubblicato il bando per l’assegnazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica che permette di assegnare case popolari sulla base di una graduatoria che tenga conto di diversi requisiti, offrendo al maggior numero possibile di persone la possibilità di prendere in locazione una casa con un canone d’affitto basato sul reddito familiare.
Si rivolge ai cittadini residenti o che lavorano nel Comune di Busto Arsizio oppure residenti o che lavorano nella Regione Lombardia da almeno 5 anni al momento della domanda. I cittadini stranieri non appartenenti alla Comunità Europea devono avere il permesso di soggiorno non scaduto con almeno 2 anni di permanenza in Italia e contratto di lavoro a tempo indeterminato. Per i casi sociali più fragili è possibile l’assegnazione in deroga. Si sottolinea come quest’anno si sia deciso di tenere aperto il bando per oltre 4 mesi, e precisamente dal 21 febbraio al 30 giugno, per consentire agli interessati di acquisire tutte le informazioni necessarie per la presentazione delle domande, in modo da sfruttare nel modo migliore tutte le possibilità offerte. L’ultimo bando ha visto la presentazione di ben 484 domande. Il testo integrale del bando è disponibile presso l’Assessorato Politiche per la Casa del Comune di Busto Arsizio – Via Roma 5 – o sul sito internet: www.comune.bustoarsizio.va.it.
L’assessore ai servizi sociali Mario Crespi ha anche diffuso i dati sugli interventi effettuati dal settore negli ultimi tre anni. In particolare si rileva come sia aumentato del 23% il numero complessivo degli interventi e di come questi si siano concentrati maggiormente sui nuclei familiari italiani. Se nel 2009, infatti, gli interventi per gli stranieri residenti a Busto rappresentavano il 30% del totale, nel 2010 sono calati al 20%, sintomo della crescita della sofferenza delle famiglie italiane nell’anno scorso.
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