Terremoto e tsunami devastano il Giappone. “Oltre mille” i morti

Sisma di 8.9 gradi della scala Richter. Il bilancio delle vittime e dei feriti continua a salire. Onde alte fino a 10 metri. Ansia per gli effetti sulle centrali nucleari del paese

terremoto giapponePiù di trecento morti accertati, "oltre mille" quelli stimati al momento. È un bilancio terribile quello del Giappone, che nel primo pomeriggio (le 6.45 del mattino da noi) di venerdì 11 marzo è stato colpito da un violentissimo terremoto, seguito da uno tsunami.
Il violentissimo sisma di magnitudo 8,9 ha colpito stamattina il Giappone, nella parte nord-orientale.
La gente è scesa nel strade presa dal panico anche a Tokyo e ovunque è allarme tsunami. Un’onda anomala di 10 metri ha raggiunto la città di Sendai, sula, cui spiaggia sarebbero stati ritrovati "centinaia" di cadaveri, mentre nella prefettura di Aomori, più a nord sempre nell’isola di Honshu, si sarebbero avute onde addirittura più alte. Si segnalano incendi e diversi feriti ed è stato chiuso l’aeroporto.
Il numero delle vittime, soprattutto in seguito allo tsunami con onde alte fino a dieci metri, continua a salire. La stima a undici ore dal sisma e dal maremoto parlava di 337 vittime accertate, ma già ora i dispersi superano i cinquecento e fonti governative parlano di un numero "estremamente alto" di vittime probabili, e l’agenzia Kyodo riferisce di una cifra probabilmente superiore ai mille. Il Paese ha peraltro 125 milioni di abitanti, in gran parte residenti proprio lungo le coste (la conformazione delle isole giapponesi, molto montuosa, ricorda, quanto a disponibilità di terreni utilizzabili, la nostra Liguria).
L’onda di maremoto, trasmessa come perturbazione energetica della superfice marina, ha attraversato ad altissima velocità l’intero Oceano Pacifico e dopo aver flagellato, ma senza fare troppi danni, le isole Hawaii, ha raggiunto nel pomeriggio (ora italiana), a mezza giornata dalla scossa, le coste del continente nordamericano. Prudentemente parte delle città costiere, nelle zone che si sa più esposte a questi fenomeni, sono state evacuate dalle autorità statunitensi, la cui rete di monitoraggio contro gli tsunami è la più perfezionata al mondo: l’allarme sarebbe comunque passato senza grossi danni.
L’allerta tsunami è stata comunque decretata in tutto il Pacifico. I paesi in cui è in vigore un’allerta sono in particolare Russia, Taiwan, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Nuova Zelanda, Figi, Messico, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Nicaragua, Panama, Honduras, Cile, Ecuador, Colombia e Perù.

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Si teme anche per gli effetti sulle centrali nucleari del Giappone. L’agenzia atomica internazionale dell’Onu, Aiea, ha annunciato che le quattro centrali nucleari giapponesi più vicine all’epicentro sono state bloccate con successo. Il governo giapponese ha però dichiarato lo stato di emergenza per la centrale nucleare di Onagawa nella prefettura di Miyagi e ha fatto anche sapere che il processo di raffreddamento di uno dei reattori non sta procedendo come previsto.

La Farnesina ha istituito un’unità di crisi così da permetere ai cittadini italiani in Estremo Oreinte di potersi metere in contatto col Paese. Il ministero degli Esteri ha consigliato agli italiani che si trovano nel sud del Giappone di tenersi informati sull’evolversi della situazione attraverso i mass media o il proprio agente di viaggio.

Secondo gli esperti, il terremoto ha provocato lo spostamento dell’asse terrestre. Secondo una prima stima dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) l’asse si è spostato di "quasi 10 centimetri".

 

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Pubblicato il 11 Marzo 2011
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