Gioie e dolori di Arcumeggia
Una storia unica in Italia ed un patrimonio artistico inestimabile, ma anche affreschi molto danneggiati e mancanza di servizi. Il rilancio del borgo dipinto parte dai restauri ma guarda lontano
La storia di Arcumeggia fu un’avventura straordinaria. Era abituale vedere lavorare agli affreschi lungo le strette vie del paese Aligi Sassu, Ernesto Treccani, Achille Funi, Innocente Salvini, Remo Brindisi, tra i tanti. Artisti di fama che vivevano alla casa del pittore per settimane e lasciavano sulle pareti delle case la loro testimonianza artistica. Da allora Arcumeggia è “Il paese dipinto” un luogo d’incanto sul dolce colle della Valcuvia.
Il passare inevitabile del tempo, le tecniche sperimentali usate dagli artisti e, sopratutto, gli agenti atmosferici hanno, nel corso di mezzo secolo, danneggiato gli affreschi, aggredendo la pellicola pittorica e scolorendo i pigmenti. Una lenta agonia che più volte ha suscitato da parte di intellettuali, media e addetti del settore un grido di allarme.
Per osservare dal vivo lo stato delle cose e visionare il progetto di collaborazione tra i diversi enti locali la presidente della Commissione Cultura della Regione Lombardia Luciana Ruffinelli ha organizzato un sopraluogo insieme ad alcuni consiglieri regionali. Ad accogliere la delegazione Francesca Brianza l’Assessore alla cultura della Provincia di Varese, proprietaria delle opere, i padroni di casa, Augusto Caverzasio Sindaco e Vincenzo Giovine Assessore alla cultura di Casalzuigno, Angela Viola presidente della Proloco.
Una giornata importante che ha messo in luce i pregi e i difetti del Borgo. Se da un lato è innegabile la grande importanza dal punto di vista artistico, grazie alla presenza di opere straordinarie e alla storia che portano con sé, dall’altra è altrettanto evidente che la mancanza di luoghi di ristoro (esiste solo un bar ristorante), alberghi, l’assenza di servizi di accoglienza che non aiutano al rilancio del paese. Tutti d’accordo per un tavolo comune di lavoro che metta insieme le forze e organizzi un lavoro di squadra.
La priorità rimane comunque il restauro degli affreschi che dovrebbe partire in autunno grazie al contributo della Provincia di Varese di 130.000 euro, che potrebbe raddoppiare grazie al contributo della Fondazione Cariplo.
La resturatrice Rossella Bernasconi ha il compito di stendere il progetto di Restauro, seguendo le direttive dello studio di fattibilità realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Un impresa non facile poiché le opere sono molto divere tra loro per tecnica, supporto, e materiali impiegati. Ogni caso necessita di uno studio peculiare e un progetto di intervento specifico.
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