La materia poetica di Vittorio Tavernari
A Villa Recalcati un'importante restrospettiva dedicata al grande scultore
«Egli intende l’opera come un testo poetico, che fondi il proprio stesso destino sulla tensione generatrice più che sullo stesso esito formale, assaporando fino in fondo le frequenze del proprio rapporto affettivo con la forma» scriveva Francesco Arcangeli nel 1957 a proposito di Vittorio Tavernari. Il suo testo poetico, fatto di materia e di luce, torna ad illuminare Varese nella grande mostra cche Villa Recalcati gli dedica, a cura di Flaminio Gualdoni.
Dopo la fondamentale retrospettiva del 1997 al Castello di Masnago, questa nuova esposizione si pone come l’occasione per la rivisitazione dell’opera di questo importante maestro della scultura italiana. Figlio della grande scuola scultorea della Brera novecentesca, e soprattutto del clima fervido dell’aula in cui si avvicendano Adolfo e Francesco Wildt, Tavernari «trova una sua propria vocazione sorgiva tra classicismi rivissuti nevroticamente e asperità plastiche echeggianti la riscoperta del Romanico, dall’immediato dopoguerra figura piuttosto tra coloro che assumono su di sé i turbamenti del dibattito, spesso feroce, sul destino dell’arte italiana, che tra coloro i quali ne assumono le posizioni meno estreme, da romitaggi che evitano accuratamente ogni engagement».
La mostra prosegue il ciclo di eventi dedicati alla scultura, che ha reso omaggio a Gio’ Pomodoro, Giancarlo Sangregorio e che nei prossimi mesi prsenterà le opere di Carlo Zauli e Nino Cassani.
Vittorio Tavernari nasce a Milano nel 1919. Il padre, Giovanni, è pittore e restauratore. Comincia l’apprendistato presso l’atelier di Francesco Wildt dove fa amicizia con Cassinari, Milani, Cappello e Dal Forno. Amico di Morlotti, dividono un piccolo studio a Como, frequentando il gruppo degli “Astrattisti”. Nel 1945 è fra gli artisti e critici fondatori della rivista “Numero” ed è tra i fondatori del manifesto “Oltre Guernica”. Le prime mostre personali sono a Milano alla Galleria del Camino (1948) e alla Galleria del Milione (1951) dove presenta le sue prime opere figurative. Dopo il periodo astratto (1948 – 1952), riprende a scolpire le “Maternità” cui si aggiungono le “Pietà” e il ciclo delle sculture filiformi. Nel 1959 comincia il ciclo dei “Torsi” che hanno per tema la figura femminile e nel 1962 i “Torsi di Cristo”. Nel 1961 la prima personale a Parigi. Nel 1964, dopo altre partecipazioni, ha una sala personale alla XXXII Biennale di Venezia, mentre nel 1967 Carlo Ludovico Ragghianti scheda la produzione grafica costituita di 750 tra disegni, tempere, schizzi. Nel 1968 inizia il ciclo dei “Cieli” e l’anno successivo quello degli “Amanti”. Nel 1973 la prestigiosa antologica al Museo Rodin di Parigi e, negli anni successivi, altre personali a Varese, Rimini, Prato, Chiasso, Torino, Lucca al Centro Ragghianti. Numerose le partecipazioni a mostre collettive in tutta Europa e in molti paesi extraeuropei. Le sue sculture sono presenti in importanti musei in Italia (Milano, Bologna, Roma, Palermo, Matera, Città del Vaticano) e all’estero (San Paolo del Brasile, New York, Bellinzona). Muore a Varese nel 1987.
Vittorio Tavernari
Scultori a Villa Recalcati
11 giugno – 28 agosto 2011
Villa Recalcati, piazza Libertà 1, Varese
Orari: dal martedì al venerdì 15.00 – 19.00, sabato e domenica 10.00 – 19.00
Mostra e catalogo a cura di Flaminio Gualdoni
Ingresso libero
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