Livingston, pronti a ripartire a novembre
Sbloccato dall'Europa il prestito-ponte, si aspetta solo il via libera del Ministero per ripartire con uno o due aerei. Il commissario Daniele Discepolo 'bacchetta' Marantelli e dice "siamo a un punto estremamente favorevole"
Ottenuto il via libera al prestito, Livingston è pronta a ripartire. «Per la stagione invernale, con uno o due aeromobili» spiega il commissario straordinario Daniele Discepolo. Alle spalle ci sono le competenze interne, il personale qualificato e un Piano Industriale preciso, che prevede che la compagnia possa operare da sola – senza cioè ingresso di nuovo capitale – anche per più di un anno.
L’OTTIMISMO DEL COMMISSARIO
«Per la prima volta siamo ad un punto estremamente favorevole», si sbilancia l’avvocato Discepolo (nella foto). Il vascello di Livingston ha superato la secca più pericolosa, ottenendo il prestito-ponte da 9,8 milioni di euro dallo Stato, con il via libera – ormai certo – da parte della Commissione Europea, «motivato dal fatto che così l’azienda potrà ripartire e salvaguardare il lavoro dei dipendenti». Venerdì 10 giugno anche il Comitato di sorveglianza ha espresso parere favorevole al rilascio della fideiussione che consentirebbe alla compagnia di ripartre Ora il percorso è tracciato, si attende che i Ministeri delle Attività Produttive e del Tesoro facciano la loro parte, «che i tempi della burocrazia siano celeri»: il primo dicastero deve valutare il piano industriale (presentato a marzo), il secondo dovrà emettere la garanzia.
QUATTRO MESI PER RIPARTIRE
«Con 9,8 milioni di euro la compagnia riparte: l’obbiettivo è rimettere in volo gli aerei per la stagione invernale, a novembre» dice Discepolo, affiancato dall’amministratore delegato Pellegrino D’Aquino. Con la fideiussione in tasca, il finanziamento dovrebbe arrivare senza difficoltà, attualmente ci si è rivolti a Banca Intesa e Credito Valtellinese, mentre Unicredito ha già chiarito che non c’è interesse all’operazione. Per questo il commissario spera in un via libera veloce da parte dei ministeri: se si riparte per luglio, si può iniziare il confronto con i tour operator. «Vedremo se ripartire con uno o due aeromobili». Le rotte su Cuba e Messico sono al sicuro, Enac assicura che saranno restituite alla compagnia appena sarà in condizioni di operare di nuovo. Il piano prevede di ridare lavoro a 290 dei 440 dipendenti. 
NUOVI ACQUIRENTI?
Il piano industriale prevede dunque di ripartire soli, una operazione che un orizzonte di 14-16 mesi. Ma certo la prospettiva è quella di cercare nuovi acquirenti. L’unico veramente interessato sembrerebbe, in questa fase, la famiglia Toto: si sono stati due o tre contatti, gli imprenditori hanno manifestato interesse, ma l’offerta non è stata presentata. Però nella sede di Cardano al Campo si confida in un aumento dell’interesse anche da parte di altri, una volta che la compagnia tornerà operativa. Le potenzialità ci sono, come dimostrano anche le pressioni da parte di altri concorrenti charter che si sono opposti al prestito-ponte, arrivando a fare attività di lobby a Bruxelles per impedire che l’operazione andasse in porto. Gli eventuali acquirenti dovranno offrire garanzie sulla trasparenza dei finanziamenti e sui livelli occupazionali minimi, oltre che un impegno a non delocalizzare. 
LA POLITICA E GLI AMMINISTRATORI
Se la vicenda Livingston sembra andare nel verso giusto, una parte del merito va anche alla politica che si è mossa all’unisono. Discepolo ringrazia 
Daniele Marantelli del Pd e Marco Reguzzoni della Lega Nord («con loro ho un ottimo rapporto»), i vertici di Provincia e Regione, in particolare l’assessore Cattaneo. Non rinuncia però, a puntualizzare alcune cose, dopo l’intervento di Marantelli che denunciava il disinteresse del governo. Lo fa prima citando il Piano Industriale pronto da mesi, poi difendendo il management della compagnia. Se l’onorevole del Pd raccomandava l’estromissione degli amministratori, Discepolo fa notare con fermezza che oggi a Cardano al Campo sono rimaste solo persone estranee alla vecchia gestione Ferrero: due comandanti con grandi conoscenze tecniche («tra cui il comandante Cantoni, pilota collaudatore di altissimo livello e veterano della Guerra del Golfo»), il direttore del personale, l’AD Pellegrino D’Aquino (a destra nella foto, con Discepolo), «che è entrato negli ultimi tre mesi prima del commissariamento e ha fatto opera meritoria per evitare il fallimento».
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