Santaromita, l’emozione di un esordio al Tour de France
Il 27enne di Clivio è in Vandea con il team BMC e sarà gregario importante per Evans. «La presentazione è stata impressionante. L'obiettivo? Aiutare Cadel in salita e arrivare a Parigi»
Correre un Tour de France è il sogno di ogni bambino che ha il ciclismo nel sangue; un sogno per pochi che però talvolta diventa realtà. È il caso di Ivan Santaromita, 27enne di Clivio, che ieri (mercoledì 29) è arrivato in Vandea per prendere parte alla corsa a tappe più grande e famosa del mondo. Sulle spalle del "Santa" ci saranno i colori dell’americana BMC capitanata dall’ex iridato Cadel Evans e rinforzata da un veterano come George Hincapie. Un esordio assoluto per il corridore varesino (foto da: www.bmc-racing.com) che non nasconde l’emozione, tanto più che una delle prime uscite ufficiali è stata la presentazione svolta nell’anfiteatro di Le-Puy-Du-Fou, affollato in ogni ordine di posti.
Ivan, come è stato l’impatto con il Tour?
«Impressionante. Da brividi. La cerimonia è stata fatta in una sorta di "colosseo" stracolmo di gente: mi hanno detto che c’erano oltre settemila persone ma è stato davvero un colpo d’occhio incredibile. Mai vista tanta ressa in una situazione simile: è stato subito emozionante».
Le agenzie riportano una bordata di fischi all’indirizzo di Contador.
«È vero: quando lo spagnolo è entrato… nell’arena il pubblico ha iniziato a fischiare fortissimo al suo indirizzo».
A livello fisico, come si sente prima di affrontare questa "faticaccia"?
«Sto bene e sono pronto, anzi siamo pronti perché il discorso vale per tutta la squadra. Soprattutto siamo molto concentrati perché già domenica ci sarà un appuntamento cui teniamo parecchio, la cronometro a squadre. Abbiamo provato il percorso che ci piace ed è molto filante, l’obiettivo della Bmc è vincerla. Scaramanzia a parte, salire sul podio alla seconda tappa sarebbe per me un risultato sconvolgente».
Quale sarà il suo compito preciso sulle strade francesi?
«La Bmc ha un corridore di altissima classifica come Cadel Evans: io dovrò stargli accanto nelle tappe di salita, restando con lui il più a lungo possibile. Sarò, insieme allo svizzero Morabito e al francese Moinard, uno degli ultimi gregari nelle tappe di montagna: dovrò cercare di star con Cadel finché riuscirò… finché inizierà la "guerra" tra i capitani».
Lei è conterraneo di un altro favorito, Basso, e suo ex compagno di squadra. Vi siete visti in questa vigilia?
«Sì ci siamo incrociati sia in allenamento sia alla presentazione e ci siamo salutati. Io però ho raramente fatto da gregario a Ivan: non ero con lui al Giro ed ero alla Vuelta quando lui non c’era. Non ho avuto un rapporto stretto come con altri corridori del team italiano».
C’è un consiglio, tra i tanti che avrà ricevuto, che le è stato ripetuto più spesso in questi giorni che precedono la corsa?
«C’è una frase che mi ha ricordato mio fratello Antonio, che ha corso quattro Tour (finendoli tutti, ndr): "Sei un corridore vero solo quando arrivi a Parigi". Quindi farò di tutto per portare a termine la corsa. Per il resto, i consigli sono i soliti e dicono soprattutto di stare molto attenti alle cadute specie nelle prime tappe quando tutti vogliono stare davanti. E poi quest’anno nei primi giorni troveremo parecchio vento, un altro ostacolo da non sottovalutare».
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