Tumori, varesine bene in prevenzione, ma teniamo alta la guardia
Grande partecipazione all’iniziativa Ascom su neoplasia alla prostata e carcinoma mammario. Il professor Roggia: “L’esame del sangue non basta”
Ripetere giova. Mai verità è più valida quando si parla della prevenzione dei tumori. Le indicazioni sugli stili di vita sono la prima barriera contro le neoplasie. Certo non basta “volersi bene” e quindi evitare di fumare, bere pochi alcolici, mangiare cibi sani e fare moto. Spesso l’arma vincente è la prevenzione. Un appello lanciato ad una folta platea nella sede Ascom di via Valle Venosta di Varese che ha ospitato questa mattina “La prevenzione per vivere bene” un convegno organizzato da “50&più” con il patrocinio di Uniascom, Provincia di Varese, Varese da Gustare e Regione Lombardia.
L’invito ad interessarsi di ciò che può accadere al proprio corpo specialmente dopo una certa età è stato accolto in maniera positiva anche per via dell’alto profilo dei relatori. Sono difatti intervenuti nel corso del convegno Il professor Alberto Roggia, Direttore dell’Unità di urologia e del Centro specializzato per la chirurgia alla prostata presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate e la professoressa Francesca Angela Rovera, Direttrice del Centro ricerche di senologia dell’Università dell’Insubria Ospedale di Circolo Polo universitario di Varese.
Ma come comportarsi di fronte ai rischi? «L’importante è prevenire attraverso gli stili di vita corretti – spiega il professor Roggia (a destra nella foto col dottor Giorgio Angelucci Presidente Uniascom Varese). Curare l’alimentazione e quindi evitare carni rosse, e comportamenti che portino all’obesità. Poi effettuare la diagnosi precoce: dopo i 50 anni farsi controllare in maniera regolare».
Ma in quanti fanno i test per la diagnosi precoce del tumore alla prostata? «In pochi – risponde Roggia. Troppe persone sono convinte oggi che sia sufficiente un esame del sangue. Purtroppo non è così: questo tipo di tumore non dà disturbi, lavora sottotraccia e per questo è bene seguire visite: sempre dai 50 anni in su, ma anche dai 40 se vi è un precedente n famiglia».
E le donne? Sicuramente sono più attente all’altra patologia di cui si è parlato, il carcinoma mammario.
«Questo è dovuto principalmente alle campagne che vengono ben seguite anche dalle varesine – spiega la Professoressa Rovera (foto). Teniamo conto che dal 2000 a Varese è attivo lo screening e la diagnosi precoce che permette una chirurgia menoinvasiva. Grazie alle iniziative della “Lilit” che solitamente avvengono nel corso del mese di ottobre dove si prevede un controllo gratuito, si hanno buoni risultati a livello di prevenzione». Ma quanti interventi avvengono annualmente? «Circa 150 interventi vengono eseguiti ogni anno».
Come si pone Varese per le tecniche dedicate a questo tipo di patologie?
«Siamo a buon punto, sia come prevenzione, sia come ricerca. Ad esempio da oltre 10 anni è possibile indagare il linfonodo sentinella, che evita dissezioni ascellari inutili – conclude Angela Rovera. Grandi passi avanti si sono avuti anche con la chirurgia radioguidata per tumori della mammella di piccole dimensioni, una pratica che serve per marcare i tumori e andare ad asportarli».
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