Fondazione Culturale avanti, ma addio ai sogni
Il sindaco e il presidente Lainati si sono incontrati lunedì: un anno di tempo per ridurre il deficit, la stagione teatrale sarà ridimensionata e gestita dall'assessore alla cultura
La Fondazione Culturale di Gallarate va avanti, ma dice addio alle stagioni teatrali di alto profilo. Potrebbe essere questa la sintesi – un po’ brutalmente – del futuro che si prospetta: di fronte ad un debito consistente (845mila euro), di fronte alle ristrettezze di bilancio del Comune, il progetto del "Polo culturale gallaratese" viene ridimensionato, a partire proprio dal programma teatrale. «La Fondazione resta, per il momento non viene sciolta» dice il sindaco Edoardo Guenzani, che nella giornata di lunedì ha tenuto un incontro con il presidente della Fondazione Mario Lainati, il direttore artistico Adriano Gallina, il revisore dei conti Ugo Gaspari, i responsabili amministrativi, gli assessori al bilancio Alberto Lovazzano e alla cultura Sebastiano Nicosia, oltre ai dirigenti comunali. «A fronte dell’impossibilità di intervento del Comune, si passerà alla progressiva liquidazione del debito».
Cosa significa questo? Significa un netto ridimensionamento dell’attività. «Un temporaneo congelamento» dice il sindaco, per chiudere il deficit e ripartire su nuove basi. «La programmazione da qui all’anno prossimo – continua Guenzani – sarà gestita direttamente dall’assessorato alla cultura, attraverso la collaborazione anche con l’associazionismo locale». Un ridimensionamento però, che non esclude che in cartellone siano inseriti anche spettacoli di alto livello, «magari meno frequenti che in passato».
Un cambio di rotta non da poco… «Sì, ma è inevitabile, come riconosciuto anche dai vertici della Fondazione: l’alternativa è il fallimento, perché il bilancio del Comune non ha risorse per ripianare, non basterebbe neppure il doppio del contributo annuale». Contributo che già in passato sarebbe risultato ampiamente insufficiente: «È emerso che non si facevano neppure bilanci preventivi e che si sforava ogni anno» dice ancora il sindaco. A fronte di 400mila euro impegnati ogni anno dal Comune, la Fondazione ne assorbe 250mila per il personale, il resto dovranno essere suddivisi tra la progressiva riduzione del deficit e il finanziamento dell’attività, cercando di far sì che quest’ultima si autofinanzi il più possibile. Per ora rimane alla guida della Fondazione rimane sempre Mario Lainati, in attesa di una decisione definitiva.
Rimane la preoccupazione per il futuro. Non tanto per la grandeur gallaratese in sé, non solo per i sogni di un polo culturale in grado di scalzare Varese e di attrarre pubblico anche dal mondo milanese, ma soprattutto per i lavoratori: Guenzani parla di «preoccupazione e attenzione per i lavoratori» (sei a quelli a tempo indeterminato), tutti giovani.
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