La città incontra i rifugiati dalla Libia
Arrivato il gruppo di 17 lavoratori asiatici e africani scappati dalla guerra: oltre al Comune, Pro Civ e ad Exodus, sono coinvolte anche altre associazioni. L'assessore Silvestrini scrive ai residenti della zona
Sono arrivati a Gallarate i 17 rifugiati africani e asiatici scappati dalla guerra in Libia: il gruppo – trasportato dalla Colonna Mobile della Protezione Civile provinciale – è stato accolto a Villa Calderara (proprietà del Comune) dall’assessore ai servizi sociali Margherita Silvestrini e dai volontari di Exodus capitanati da Roberto Sartori (primo da sinistra nella foto sotto). La Onlus si occuperà della gestione della casa e dei suoi ospiti, affiancata anche da mediatori delle comunità di stranieri presenti in città.
«L’amministrazione comunale, insieme a tanti amici, vi dà il benvenuto in questa città: la vita dignitosa è un diritto umano», ha detto Silvestrini, sottolineando il lavoro corale fatto. Al progetto di accoglienza e integrazione dei rifugiati lavorano infatti tante realtà diverse: in prima fila Exodus che gestirà la struttura sulle 24 ore, poi l’Anolf e ancora le comunità di stranieri e la comunità musulmana, che hanno dato la disponibilità per collaborare su vari aspetti. Accanto alla traduttrice ufficiale si sono così dati da fare subito Hamid Khartaoui del centro culturale islamico e Mohammed Noor, responsabile della comunità del Bangladesh. «Ai doveri dell’ospitalità corrispondono i doveri degli ospiti» ha spiegato ancora l’assessore Silvestrini, ricordando le regole previste e augurandosi che la conoscenza tra rifugiati e gallaratesi sia «una esperienza positiva».
Nello specifico i profughi (asiatici da Bangladesh e Pakistan, africani del Corno d’Africa e del Golfo di Guinea) avranno libera circolazione in città come previsto dalla legge, dovranno rientrare la sera alle 23. Nella villa al piano terra ci sono due stanze che saranno impiegate per corsi d’italiano e una sala da pranzo, mentre al primo piano si trovano le 4 stanze da letto e una sala per ritrovo, divertimento e preghiera. Due persone di Exodus saranno presenti in qualsiasi momento per dare aiuto e controllare la situazione, mentre la Polizia Locale passerà in zona e verificherà che non ci siano problemi, i servizi sociali saranno presenti per eventuali bisogni particolari. Le altre associazioni e le comunità straniere si occuperanno di progetti specifici e di animare un po’ le giornate: già lunedì sera il gruppo è ospite di Mohammed Noor. Alcuni giovani delle parrocchie e delle associazioni gallaratesi vogliono muoversi per creare eventi e momenti di confronto.
Per i ragazzi l’accoglienza è stata positiva, contenti (dicono dopo) di aver sentito anche parole nella loro lingua, appena arrivati. «Ringrazio tutti quanti, spero in un futuro sereno qui» ha detto Alì, uno dei più attivi nel fare domande. Non va dimenticato, poi, che il gruppo si conosce dall’arrivo in Italia e che hanno già soggiornato in una struttura simile a Varese. Anche questo è uno degli elementi che l’amministrazione considera positivi e di buon auspicio. L’assessore Silvestrini ha scritto anche ai residenti della zona di via Monte Cassino, al confine con Cassano Magnago: «Avete il diritto di conoscere con esattezza le scelte intraprese e i motivi che le hanno ispirate», spiega, ricordando poi l’organizzazione preparata.
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