Nasce il governo dell’acqua provinciale

I comuni hanno scelto i loro rappresentanti nel cda dell'azienda speciale ma l'Ato dovrà approvare il piano d'ambito che ritocherà le tariffe

 E’ stato nominato, ieri sera, il consiglio di amministrazione dell’azienda speciale dell’Ato. Si tratta di Giorgio Belli, vicesindaco di Crosio della Valle, in rappresentanza dei comuni sotto i 3mila abitanti, Giuseppe Franzi sindaco di Saltrio, in rappresentanza dei comuni tra i 3mila e i 15mila abitanti, e di Sergio Ghiringhelli, assessore al commercio di Varese, per i comuni con una popolazione superiore ai 15mila abitanti. Gli altri due membri sono il presidente della Provincia Dario Galli e l’assessore all’ambiente provinciale Luca Marsico. L’azienda speciale è il braccio operativo dell’Ato, e dovrà ora dare attivazione al Piano di ambito. Il documento dovrà poi essere approvato dai sindaci dell’Ato. L’ente affiderà la gestione del servizio idrico integrato a un soggetto che, dopo il referendum, sarà probabilmente un’azienda pubblica.

Si tratta di procedure un po’ complicate da comprendere, anche perché segnate da una confusione normativa che, negli ultimi anni, non è mai mancata. Per semplificare, nelle ultime riunioni il presidente della provincia Dario Galli ha proposto ai suoi colleghi di cominciare a ragionare in termini di acquedotto provinciale (pur senza intaccare le proprietà comunali), poiché in definitiva è questa l’architettura a cui sembra faticosamente giungere il percorso normativo.

Un’azienda del Varesotto candidata a gestire il servizio potrebbe essere Prealpi Servizi: è pubblica, è formata dai principali comuni della provincia, si occupa già di gestire alcuni acquedotti e depuratori. Ultimamente è stato rinnovato il cda, con la nomina a presidente di William Malnati, che a sua volta è il presidente di Aspem A2a Varese, amministratore di colore leghista.

L’economia dell’acqua pubblica risulta spesso un po’ oscura ai cittadini, ma vale la pena ricordare che le tariffe della nostra acqua, e di conseguenza gli investimenti che con la tariffa sono finanziati, dipendono proprio dal Piano d’ambito, che l’Ato dovrà necessariamente prima o poi approvare. Con quei soldi, ad esempio, andrà fatta la manutenzione, i nuovi pozzi, o ancora la depurazione dell’Olona, nei giorni scorsi sotto i riflettori per nuovi scarichi, o del lago di Varese. La cifra ruoterà intorno ai 500 milioni di euro: un bilancio gigantesco, anche rispetto a quello della Provincia, a cui provvederà un cda di sindaci e assessori, che grazie alla ultima legge regionale approvata a dicembre non percepiranno indennità aggiuntive, in quanto già stipendiati dai rispettivi enti. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Luglio 2011
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