Sui frontalieri interviene Berna
Il Ministro delle finanze della Confederazione: "La Svizzera intende rinegoziare con l'Italia l'attuale accordo sull'imposizione alla fonte dei frontalieri che lavorano in Ticino"
"La Svizzera intende rinegoziare con l’Italia l’attuale accordo sull’imposizione alla fonte dei frontalieri che lavorano in Ticino”. Questa la nota dell’ultim’ora che si legge sul sito della Rsi, l’emittente di stato svizzera e ripresa da numerosi quotidiani d’oltreconfine in merito alle dichiarazioni di un esponente del governo di Berna. L’affermazione è stata infatti espressa durante la consueta conferenza stampa del Consiglio federale al termine della sua seduta settimanale da parte della ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf.
La riapertura dei tavoli italo-svizzeri era stata auspicata dal ministro degli esteri italiano Franco Frattini qualche giorno fa. Poi, lunedì scorso, il giro di incontri fra i ministri della Lega Nord Umberto Bossi e Roberto Maroni con alcuni consiglieri di stato Ticinesi avevano lasciato trasparire qualche spiraglio nella difficile partita.
Una tenzone giocata da un lato sulla rinegoziazione della percentuale di ristorno (oggi ferma al 38,8%, gli svizzeri vorrebbero diminuirla), dall’altra sulla possibile esclusione della Confederazione dalla black list, vale a dire l’elenco di quei paesi considerati “a regime fiscale privilegiato”. In merito a quest’ultimo punto Roma insiste per ottenere lo scambio automatico di informazioni bancarie che comporterebbe per la Svizzera la rinuncia al segreto di stato.
La partita, ora riaperta dalla capitale svizzera su questi due temi, si era giocata anche a livello politico locale all’indomani delle recenti elezioni ticinesi che hanno visto l’affermazione del partito della Lega dei ticinesi. Prorio due consiglieri di stato (una sorta di assessori regionali) avevano votato unitamente ad un terzo consigliere democristiano il congelamento della metà dei ristorni che il Ticino, insieme ad altri due cantoni, veve alle comunità locali italiane di confine secondo gli accordi bilaterali (trattati internazionali) tra i due Stati. Dopo una serie di incontri e interventi tra le parti politiche italiane e svizzere – alcuni dei quali dai toni fortemente accesi, vedi il duro attacco della Lega ticinese all’assessore regionale italiano Raffaele Cattaneo – , le dichiarazioni della ministra della Confederazione oggi sembrano portare ad un avvicinamento alla soluzione della disputa nel terreno “proprio” della questione: i rapporti tra stati.
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