Visite ed esami in ospedale: al via i rincari
Da lunedì 18 luglio, si pagheranno dieci euro in più per ogni impegnativa contenente richieste di visite specialistiche o esami. Il PD chiede l'intervento del Pirellone
Scattano da domani, lunedì 18 luglio, gli aumenti previsti dalla Finanziaria in sanità. Per le tasche dei cittadini lombardi si tratterà di un maggior spesa per le visite specialistiche e gli esami, dato che il ticket previsto per i “codici bianchi” ( prestazioni non urgenti o gravi) di Pronto soccorso è stato introdotto 4 anni fa.
In soldoni ci saranno aggravi di spesa per risonanze, radiografie, mammografie, ma anche per visite specialistiche cardiologiche, ginecologiche, oculistiche. Anche gli esami del sangue rincareranno. La misura entrerà in vigore da domani, ma per le impegnative che avranno data dal 18 luglio: chi ha già pagato per visite o esami in programma nei prossimi giorni, non dovrà sborsare ulteriormente.
Sul nuovo balzello è intervenuto il consigliere regionale del PD Alessandro Alfieri che già tempo fa aveva chiamato in causa la Regione temendo il rincaro: «La Regione non applichi da subito il nuovo ticket da 10 euro su visite ed esami, come già hanno deciso Toscana ed Emilia Romagna – chiede Alfieri – Se non ci saranno decisioni del Pirellone da lunedì i lombardi pagheranno fino a 46 euro di ticket per le prestazioni specialistiche o diagnostiche erogate da una struttura pubblica o accreditata. La Lombardia faccia come Emilia e Toscana e trovi nel proprio bilancio le risorse per sollevare i cittadini lombardi da questo ennesimo balzello. No a interventi tardivi o a soluzioni pasticciate che finirebbero per aiutare solo una parte esigua dei cittadini. Se abbiamo un bilancio sanitario in salute lo si deve anche ai ticket che i lombardi già pagano da anni: tocca all’istituzione compiere uno sforzo e noi chiediamo a Formigoni e all’assessore Bresciani di trovare le risorse necessarie per sterilizzare immediatamente l’aumento. Dalle tariffe del trasporto pubblico al balzello sui farmaci equivalenti, non possono essere sempre i cittadini a pagare di più».
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