Da Varese a Milano contro la manovra
Tanti i primi cittadini dalla provincia di Varese che lunedì hanno manifestato contro i tagli e l'accorpamento dei piccoli comuni
Grandi e piccoli, destra e sinistra, montani o urbani: i sindaci dei comuni della provincia di Varese non sono mancati all’appuntamento a Milano per manifestare contro la manovra. Lunedì 29 agosto duemila amministratori hanno "invaso" le strade della capitale lombarda per dire no ai tagli e all’accorpamento dei piccoli comuni. Da Varese sono arrivati fra gli altri i primi cittadini di Varese, Saranno, Cardano al Campo, Malnate, Daverio, Germignaga, Cunardo, Viggiù, Marchirolo, Lavena Ponte Tresa, Dumenza, Cadegliano Viconago, Valganna, Pino sullla sponda del Lago Maggio, Induno Olona, Brezzo di Bedero, Bedero Valcuvia.
«Duemila sindaci da tutta Italia – dichiara Attilio Fontana, primo cittadino di Varese e presidente Anci Lombardia -. Siamo qui per far sentire la voce dei comuni che è assolutamente contraria a questa manovra che rischia di toglierci ogni possibilità di svolgere il nostro lavoro».
Comuni piccoli e grandi, fianco a fianco, perchè «abbiamo una nostra dignità – commenta il videsindaco di Brezzo di Bedero Daniele Boldrini – . Le ultime manovre economiche oltre ad averci tolto risorse, ci hanno tolto anche la dignità». Non a caso, una volta giunti in piazza alla Scala i sindaci – dopo aver cantato l’inno d’Italia – hanno gridato in coro "siamo noi, la risorsa dell’Italia siamo noi".
Ma l’obiettivo dei primi cittadini oggi non era solo quello di protestare, ma anche di parlare di futuro e di soluzioni. «Sono contrario all’abolizione dei comuni – spiega il Mario Aspesi di Cardano al Campo -, ma sono profondamente convinto che bisogna mettere insieme i servizi». Ne è convinta anche Maria Sole De Medio, assessore a Cremenaga e presidente della comunità montana del Piambello. «Non si riparmia sopprimendo i piccoli comuni. Da anni nella nostra comunità facciamo invece gestione associata dei servizi».
Anche a Varese insomma i piccoli comuni non ci stanno. «Rappresentiamo un baluardo per il territorio – dice il sindaco dice Mauro Fiorini, sindaco di Pino sulla sponda destra del Lago Maggiore -. Vogliamo dire chiaramente allo Stato che non non vogliamo sopravvivere, ma vivere».
Meno risorse, infatti, vuol dire meno servizi e quindi «penalizzare i cittadini», puntualizza il sindaco di Viggiù Sandy Cane. Quali, ad esempio? «Istruzione, assisstenza sociale, cultura» chiarisce Marco Fazio, assessore a Germignaga.
Una voce compata quindi contro questa manovra che secondo il primo cittadino di Malnate Samuele Astuti «sta ammazzando i nostri municipi. È bello quindi vedere tanti sindaci che al di là del loro colore politico combattono contro un governo che non si rende conto delle vere priorità».
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