Il vincitore: “Merito della squadra”
Il bielorusso Hutarovich dopo la rocambolesca vittoria alla Bernocchi: "Tutti hanno dato il massimo per portarmi in testa a 300 metri dall'arrivo". Belletti non bissa il successo: "La caduta mi ha fermato"
Parla pochissimo italiano, benché da qualche tempo abbia preso casa a Cannes, ma si fa capire benissimo dimostrando insospettabile lucidità anche dopo una delle vittorie più importanti della sua carriera. Un trionfo di cui Yauheni Hutarovich, neo-campione della Coppa Bernocchi, attribuisce il merito a tutta la FDJ: "Era una gara difficile – spiega appena sceso dal palco delle premiazioni – prima di tutto c’era da superare l’ostacolo del circuito in Valle Olona, con diverse salite che non sono certo la mia specialità. I compagni mi hanno aiutato e sono riusciti a fare il lavoro che ci voleva, mantenendo un grande ritmo. A 35 km dall’arrivo mi sentivo ancora in gran forma e anche qui la squadra, soprattutto Sandy Casar e Arnold Jeannesson, mi ha dato una mano importantissima. Ognuno ha fatto quello che doveva per portarmi a 300 metri dall’arrivo con la possibilità di fare la volata, poi è andata come è andata". E per Hutarovich, uno degli elementi di punta della squadra bielorussa che parteciperà al prossimo Mondiale, è arrivato un successo storico, che fa seguito alle importanti vittorie di tappa conquistate nel 2010 alla Vuelta e al Giro di Polonia.
Non è riuscito invece a ripetersi Manuel Belletti, vincitore della Bernocchi lo scorso anno: per il corridore romagnolo un secondo posto comunque più che soddisfacente. "La caduta mi ha penalizzato – spiega lo sprinter della Colnago – sono rimasto incastrato sulla sinistra del gruppo e sono riuscito a partire solo 200 metri più avanti di quanto avrei voluto, troppo tardi per riuscire a vincere. Sono comunque contento, sento che sto crescendo giorno dopo giorno e la stagione sta procedendo nel migliore dei modi".
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